Lo sviluppo tecnologico offre importanti opportunità per la salvaguardia del pianeta, ma allo stesso tempo ha un impatto ambientale non indifferente. La maggior parte degli italiani sembra rendersene conto; tuttavia, sono ancora pochi coloro che si attivano per migliorare la situazione
Sostenibilità e trasformazione digitale sono due elementi che procedono di pari passo, l’uno interrelato all’altro. Da una parte, infatti, la digitalizzazione offre numerose opportunità rispetto all’attuazione di percorsi di sviluppo sostenibile e al perseguimento degli obiettivi dell’Agenda 2030. Dall’altra, lo sviluppo della tecnologia digitale non può prescindere da criteri di sostenibilità ambientale, economica e sociale che lo indirizzino correttamente. Il Digital Transformation Institute ha realizzato una ricerca sulla percezione e sulla competenza degli italiani rispetto a questi temi. Il report “Italiani e Sostenibilità Digitale – cosa ne sanno, cosa ne pensano” presenta una fotografia molto sfaccettata, che rispecchia la complessità della questione.
Conoscenza e percezione del ruolo della sostenibilità
La competenza dichiarata rispetto al concetto di sostenibilità è piuttosto diffusa. La maggior parte delle persone intervistate, infatti, sostiene di possedere una conoscenza buona o elevata dell’argomento. Allo stesso modo, la percezione dell’urgenza di temi come il cambiamento climatico e l’inquinamento risulta superiore al 70 per cento. Nello specifico, infine, dovendo stabilire delle priorità, il 45,5% degli intervistati mette al primo posto l’ambiente, il 38% il benessere e la qualità della vita e solo il 16% le scelte economiche.

@Digital Transformation Institute
Digitale, sostenibilità e sostenibilità digitale
Per il 92% degli intervistati il digitale rappresenta una fonte di opportunità, mentre solo l’8% lo vede come una minaccia. È significativo notare come la paura nei confronti della tecnologia aumenti proporzionalmente al diminuire della competenza: meno si conoscono le tecnologie più le si temono. Più nel dettaglio, il 70,9% degli intervistati ritiene che la tecnologia rappresenti un’opportunità per l’essere umano della quale dobbiamo comprendere anche i rischi, mentre il 21,1% la vede solamente come una grande opportunità. Tuttavia, è interessante notare come il 65% delle persone ritenga allo stesso tempo che lo sviluppo tecnologico, indipendente dalle azioni dell’uomo e dai suoi indirizzi, sia fonte di diseguaglianze, perdita di posti di lavoro, ingiustizia sociale.

Passando alle conseguenze per l’ambiente dello sviluppo digitale, dalla ricerca emerge che, per più della metà delle persone intervistate, l’impatto dei servizi digitali in termini di consumi energetici è forte. Tuttavia, sono solo il 14% coloro i quali non ne sottodimensionano l’impatto effettivo. Inoltre, la maggior parte degli italiani, nel quotidiano non fa quanto potrebbe per ridurlo. Osservando ad esempio le applicazioni a supporto della riduzione dei consumi, coloro che hanno dichiarato di utilizzarle regolarmente sono il 10%, a fronte di un 13% che le usa invece raramente, e di un 27% che dichiara di non conoscerne l’esistenza.

“In qualche modo si ha una visione prevalentemente ideologica, o meglio ideologizzata, del tema della sostenibilità – commenta Stefano Epifani, presidente della Fondazione – in larga parte priva della reale consapevolezza di cosa comportino in termini concreti quei principi che si dichiara di sostenere e che, senza un sufficiente livello di consapevolezza, rimangono delle petizioni di principio del tutto scorrelate dal fatto che esse generino qualsivoglia impatto sui comportamenti”.