Un’alternativa ai prodotti di origine animale del tutto simile per sapore, consistenza ed apporto proteico alla “vera” carne, sempre più diffusa tra gli onnivori che vogliono ridurre la loro impronta ambientale
Quando si parla di carne vegetale, l’immagine – e il sapore – che affiorano nella mente dei più sono quelli del seitan o del tofu. Alimenti simbolo della dieta vegana, che ad onor del vero ricordano molto lontanamente il gusto e la consistenza della carne. Oggi, però, la ricerca sulla carne vegetale ha fatto molti passi avanti: in alcuni ristoranti e catene è possibile consumare hamburger, polpette o salsicce interamente vegetali, quasi indistinguibili da quelli a base di carne animale. Un’alternativa valida, dunque, che potrebbe realmente contribuire ad arginare l’impatto sull’ambiente degli allevamenti intensivi.
Che cos’è la carne vegetale
La carne vegetale si produce a partire da piante e legumi. In particolare, si possono utilizzare piselli, fagioli, barbabietole, derivati della soia, amido di patate, olio di cocco. La quantità di proteine contenuta in questi alimenti è simile a quella presente nella carne. Spesso vengono aggiunte piccole quantità di vitamine e minerali. Non bisogna pensare ad un hamburger di piselli come lo si potrebbe cucinare in casa. I legumi e i vegetali vengono processati. Si estraggono alcune sostanze, come la mioglobina dei piselli, in grado di restituire una consistenza e una succosità simili a quella della carne. Le glicoproteine fanno scatenare una reazione che permette la formazione della crosticina croccante tipica degli hamburger. Normalmente la carne vegetale non contiene glutine né colesterolo. Ha però una quantità di acidi grassi saturi paragonabile a quella contenuta nella carne da allevamento: per questo non bisogna abusarne.
Un po’ di storia
Ad oggi, la carne vegetale è legata a due grandi marchi statunitensi: Beyond Meat e Impossibile Food. Ethan Brown, attuale proprietario di Beyond Meat, ha lanciato il primo hamburger vegetale nel 2016. La sua concorrente, Impossible Food, ha messo in commercio il suo Impossible Burger nel 2019, per poi lanciare nel 2020 Impossible Pork. I prodotti sono simili. Tuttavia, Beyond Meat non utilizza derivati della soia, scegliendo la barbabietola per ottenere il colore rosso. Impossible Foods utilizza invece la leghemoglobina di soia per questo scopo.
In Italia la carne vegetale non è facile da trovare, ma esistono alcune catene, come Well Done, che hanno inserito nel proprio menu prodotti di Beyond Meat. In alcune città lo hanno fatto anche Burger King e Mc Donald’s. A Bologna, da novembre 2021, Hamerica’s, in collaborazione con la startup spagnola Huera, ha riconvertito la sua sede in zona universitaria in una hamburgeria esclusivamente plant based.
I vantaggi per l’ambiente
La carne vegetale permette di evitare le sofferenze degli animali e di ridurre gli allevamenti intensivi. Di conseguenza, la sua diffusione su larga scala contribuirebbe a ridurre in modo sensibile l’inquinamento. Sia Beyond Meat che Impossible Food affermano di usare circa il 95% di suolo in meno rispetto alla produzione di carne animale per la realizzazione dei loro prodotti. Emettendo il 90% di anidride carbonica in meno. Ovviamente il consumo di terra per la produzione di carne vegetale non è pari a zero, ma la coltivazione dei vegetali necessari è comunque decisamente minore rispetto al consumo necessario per l’alimentazione degli animali allevati a livello intensivo.
A chi piace la carne vegetale
Una precisazione: la carne veg è completamente vegetariana ma non è sempre vegana. In alcuni casi vengono usati prodotti di origine animale, ad esempio nelle salse oppure nell’impanatura. In effetti, il target principale della carne vegetale non sono i vegani, ma gli onnivori che desiderano limitare il consumo di carne per ragioni etiche o di salute. Per alcuni vegani, infatti, l’idea di mangiare qualcosa che in tutto per tutto ricorda la carne non è allettante. Ciò detto, la maggior parte dei ristoranti che offre carne vegetale propone anche versioni o alternative vegan.
In ogni caso, il consumo di questi prodotti è in forte crescita. Secondo un report del Boston Consulting Group (BCG) e di Horizon Corporation (BHC), ripreso da Wired, nel 2020, nel mondo, sono state consumate circa 13 milioni di tonnellate di alternative vegetali alla carne: il 2% del mercato delle proteine animali. Secondo la ricerca, entro il 2035 il consumo delle alternative alla carne di origine animale salirà all’11%, per un valore di 290 miliardi di dollari.