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Digital sustainability: consigli utili

L’inquinamento digitale si può ridurre con interventi strutturali a livello dei grandi data center aziendali, con un vantaggio anche economico sul medio periodo, e per quanto riguarda i singoli utenti adattando alcune semplici abitudini

Yerington, un piccolo paese di poco più di 3mila abitanti in Nevada, è sede di un nuovo parco solare di proprietà della Apple, grande 137 acri (circa 55 ettari) e capace di generare 43,5 milioni di chilowattora di energia pulita. Il che equivale, per rendersi conto dell’impatto, a togliere dalla strada 6.400 veicoli passeggeri all’anno. Lo riporta il Guardian in un articolo dedicato al ruolo delle nuove tecnologie per la riduzione dell’inquinamento digitale.

Server farm all’avanguardia

Quello di Yerington è un progetto pilota che mostra come l’infrastruttura a monte di ogni attività su web, responsabile del crescente inquinamento digitale, possa essere resa più sostenibile. In base ai dati emersi da un rapporto dei ricercatori della Stanford University, della Northwestern University e del Lawrence Berkeley National Laboratory, pubblicato a inizio estate su Nature Climate Change, le emissioni di gas serra delle server farm potrebbero essere ridotte dell’80% grazie all’introduzione di tecnologie all’avanguardia. Inoltre, dal momento che anche il processo di raffreddamento dei data center consuma grandi quantità di energia, un ulteriore 8% delle emissioni di gas serra potrebbe essere limitato se le aziende spostassero le loro server farm in luoghi più freschi.

La sostenibilità che piace alle Big Tech

Alcune grandi aziende, come Google, Yahoo, Facebook e Apple, si stanno già muovendo in questa direzione. Pur non risultando immediatamente economica, infatti, la conversione a un’infrastruttura sostenibile è considerata comunque vantaggiosa dalle aziende stesse. La portavoce di Google Kate Hurowitz ha spiegato che da quando i data center del colosso del web utilizzano il 50% di energia in meno, grazie a strutture estremamente efficienti che misurano il consumo energetico, i costi si sono ridotti di oltre 1 miliardo di dollari. Facebook, secondo quanto riporta l’IT analyst di Greenpeace, Gary Cook, ha costruito il suo primo data center al di fuori degli Stati Uniti in una città svedese utilizzando unicamente energie rinnovabili. Così, sfruttando il clima freddo della città (Luleå), situata vicino al circolo polare artico, può abbattere anche i costi energetici del raffreddamento.

Il problema dei data center obsoleti

Nonostante l’impegno delle Big Tech per la sostenibilità, il problema dell’inquinamento digitale si può dire tutt’altro che risolto. Questo perché l’80% delle server farm appartiene ad aziende la cui attività principale non è l’informatica e per le quali, come afferma Eric Masanet, coautore dello studio sopracitato, “il consumo di energia è una preoccupazione secondaria”. In questi data center, spiegano ancora gli autori del report, è facile trovare vecchi server inutilizzati che occupano spazio e consumano elettricità per restare accesi, pur non fornendo servizi di calcolo. I reparti IT delle aziende non sono incentivati ad analizzare l’infrastruttura per capire quali potrebbero scollegare, così tutto resta come prima.

Gli accorgimenti per risparmiare energia

Eppure, spiega ancora Masanet, risparmiare energia per molte aziende non sarebbe così difficile: “La maggior parte dei data center potrebbe farlo semplicemente eseguendo un set-point di temperatura più elevato. Un altro utile accorgimento è quello di mantenere separati i lati caldi e freddi dei corridoi dei server, installando deflettori di plastica per evitare la miscelazione di aria calda e fredda”.  E per quanto riguarda i milioni di utenti che navigano sul web quotidianamente, generando nel complesso più emissioni delle server farm, come si può intervenire? “Spegnere il modem di casa quando non è necessario, poiché consuma costantemente energia indipendentemente dal fatto che lo si utilizzi o meno. Lo streaming di dati tramite reti cellulari dei dispositivi mobili è particolarmente dispendioso in termini di energia, quindi bisogna fare attenzione a quanti dati si consumano. La modalità WiFi su mobile è un’opzione più efficiente “. Anche i siti internet possono essere ottimizzati nelle loro performance per essere meno energivori tramite pratiche di UX design, strategie SEO e l’utilizzo di codice ottimizzato.