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Blue Economy: significato, settori ed esempi

La Blue Economy, o economia blu, è un modello di sviluppo economico incentrato sull’uso sostenibile delle risorse marine e costiere.

 

Questo approccio mira a valorizzare il mare non solo come fonte di beni, ma anche come elemento fondamentale per il benessere ambientale e sociale. Spesso viene considerata una parte della green economy, ma con una particolare attenzione alla tutela degli ecosistemi acquatici.

 

Cosa si intende con Blue Economy?

Il significato della Blue Economy risiede nella sua capacità di trasformare le sfide ambientali in opportunità economiche.

 

Trae origine da un approccio integrato che combina innovazione, collaborazione e uso efficiente delle risorse.

 

L‘obiettivo principale è ridurre al minimo l’impatto ambientale delle attività umane, sostenendo al contempo la crescita economica e la creazione di occupazione. In altre parole, sviluppare un’economia in sintonia con i limiti naturali del pianeta.

 

Qual è la differenza tra Blue Economy e Green Economy?

Mentre la Green Economy si concentra sulla sostenibilità ambientale in senso lato, affrontando sfide come la riduzione delle emissioni di gas serra e la promozione delle energie rinnovabili, la Blue Economy ha un focus specifico sugli ecosistemi acquatici.

 

In particolare, la Blue Economy punta a preservare e valorizzare le risorse marine e costiere, considerando il mare un elemento strategico per il benessere economico e ambientale globale.

 

Chi ha inventato la Blue Economy?

Il concetto di Blue Economy è stato sviluppato dall’economista belga Gunter Pauli, che ha introdotto l’idea nel suo libro del 2010 intitolato “The Blue Economy: 10 Years, 100 Innovations, 100 Million Jobs”.

 

Pauli ha proposto un approccio che mira a utilizzare le risorse marine in modo sostenibile, ispirandosi ai processi naturali per generare innovazione, crescita economica e benefici ambientali.

 

Alcuni esempi di Blue Economy

In Italia, la Blue Economy offre numerosi esempi di applicazione pratica.

 

La regione Sicilia, ad esempio, è in prima linea nella promozione di pratiche di pesca sostenibile. Progetti innovativi coinvolgono comunità locali e pescatori nel rispetto dell’ecosistema marino, valorizzando risorse come il pesce locale e promuovendo tecniche di pesca responsabili.

 

Altri esempi includono:

  • L’installazione di parchi eolici offshore per generare energia pulita e ridurre le emissioni di carbonio.
  • Il turismo sostenibile costiero, che punta a valorizzare le comunità locali e preservare gli habitat marini.
  • L’acquacoltura responsabile, che promuove la produzione alimentare sostenibile senza danneggiare gli ecosistemi marini.

 

Settori trainanti della Blue Economy

La Blue Economy si declina in vari settori che contribuiscono al PIL e alla sostenibilità ambientale. Tra i principali troviamo:

  • Pesca e acquacoltura sostenibile: Promuove tecniche che rispettano gli ecosistemi marini e favoriscono il benessere delle comunità costiere.
  • Bioeconomia marina: Include l’uso di risorse biologiche marine per sviluppare prodotti innovativi come bioplastiche e cosmetici naturali.
  • Turismo sostenibile: Offre esperienze turistiche che proteggono l’ambiente e supportano le economie locali.
  • Energie rinnovabili marine: Come l’energia eolica offshore e il recupero energetico dalle correnti marine.

 

I benefici per la società e l’ambiente

Adottare la Blue Economy comporta innumerevoli benefici. Stimola la crescita economica, protegge la biodiversità marina e migliora la qualità dell’acqua. Inoltre, promuove la resilienza delle comunità costiere, riducendo la vulnerabilità ai cambiamenti climatici.

 

Gli investimenti in tecnologie sostenibili portano a un aumento della qualità della vita e a un ambiente più sano per le generazioni future. In altre parole, la Blue Economy rappresenta una via innovativa e necessaria verso un futuro più sostenibile, dove sviluppo economico e tutela ambientale vanno di pari passo.

 

La blue economy in Europa: il report 2024

Ogni anno, l’Unione Europea pubblica un report sullo stato della Blue Economy, il Rapporto rappresenta un’importante analisi dello stato e delle prospettive del settore marittimo e costiero nell’UE, fornendo dati aggiornati sui progressi economici e ambientali legati a questo modello di sviluppo sostenibile.

 

Redatto dalla Commissione Europea, il documento sottolinea il ruolo strategico della Blue Economy nel promuovere la transizione verde e nel contribuire alla crescita economica degli Stati membri.

 

L’edizione 2024, la settimana in assoluto, evidenzia segnali positivi di ripresa e crescita.

 

Il report si focalizza sull’analisi dei progressi compiuti rispetto al 2009, con un focus dettagliato sugli sviluppi avvenuti tra il 2020 e il 2021.

 

Nel 2021, il profitto complessivo del settore marittimo europeo ha registrato un incremento del 73% rispetto all’anno precedente, evidenziando un’accelerazione verso la sostenibilità.

 

La pesca e l’acquacoltura, considerate tra le risorse marine viventi, hanno contribuito con un aumento del 24% al totale, mentre le energie rinnovabili marine, in particolare l’eolico offshore, hanno registrato una crescita del 45%. Questo settore emergente continua a rafforzare il ruolo dell’Europa come leader globale nella produzione di energia pulita.

 

Dal punto di vista occupazionale, la Blue Economy ha generato un aumento del 17% dei posti di lavoro, rappresentando l’1,8% della forza lavoro complessiva dell’UE. Questi risultati dimostrano non solo la vitalità del comparto marittimo europeo, ma anche la sua capacità di fungere da volano per un’economia più verde e inclusiva.

 

Il rapporto enfatizza inoltre l’importanza di continuare a investire in innovazione tecnologica e pratiche sostenibili per mantenere la competitività globale e affrontare le sfide legate al cambiamento climatico e alla perdita di biodiversità.