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Differenze tra carne sintetica e carne vegetale

Due diverse alternative alla carne il cui consumo su larga scala potrebbe contribuire a ridurre in modo significativo l’inquinamento ambientale e la deforestazione, oltre ad eliminare le sofferenze degli animali. Vediamo in cosa consistono e in cosa si distinguono

Dal 1960 ad oggi, il consumo di carne è aumentato di cinque volte, passando da 50 milioni ad oltre 300 milioni di tonnellate. Al punto che, nonostante per un adulto il consumo annuo consigliato di carne sia pari a 26 kg, in alcuni Paesi supera gli 80 kg. Questo incremento non solo causa problemi di salute nella popolazione, ma impatta fortemente sull’ambiente. Il settore agricolo produce il 24% delle emissioni globali di CO2 e quello zootecnico il 14,5%. Per questa ragione, e per venire incontro a una sempre più diffusa sensibilità nei confronti degli animali, da diversi anni sono stati introdotti prodotti a base vegetale alternativi alla carne. Più recente la ricerca sulla carne sintetica, realizzata in laboratorio a partire da cellule animali. Due soluzioni molto diverse tra loro che potrebbero contribuire a ridurre in modo importante l’inquinamento e il consumo di risorse naturali.

Differenze tra carne sintetica e carne vegetale: le origini

Carne sintetica e carne vegetale hanno poco in comune, oltre a rappresentare entrambe una valida alternativa alla carne di origine animale dal simile apporto proteico. La carne vegetale si ottiene con la lavorazione di cellule vegetali di leguminose o cereali, tra cui piselli, fagioli, soia. Grazie ad alcune sostanze contenute in questi ingredienti, si generano reazioni che rendono hamburger e crocchette vegetali difficilmente distinguibili da quelli animali. Con tanto di crosticina croccante e un liquido del tutto simile ai succhi della carne.

La carne sintetica o coltivata viene creata in laboratorio a partire da cellule staminali prelevate da animali vivi (senza arrecare alcun dolore). Le quali si moltiplicano in vitro o in bioreattori secondo i principi della medicina rigenerativa. La carne ottenuta con questo procedimento è equivalente a quella “vera” dal punto di vista biologico: è identica dal punto di vista genetico e molecolare. E anche nel gusto risulta sostanzialmente uguale.

La diffusione

La carne vegetale in Italia non è ancora molto diffusa, ma diverse catene hanno iniziato a introdurla nel loro menu, come Mc Donald’s, Burger King, Well Done e Hamerica’s, appoggiandosi alle due principali aziende produttrici: Beyond Meat e Impossibile Food. Il costo non è eccessivo e il suo consumo sta crescendo soprattutto tra gli onnivori che faticano ad abbracciare una dieta vegetariana ma desiderano limitare le sofferenze animali e la propria impronta sull’ambiente. La carne sintetica è invece ancora agli inizi. Il debutto commerciale è avvenuto nel 2020. Attualmente è possibile trovarla nei ristoranti di Singapore, ma il suo costo è ancora troppo elevato per ipotizzare una diffusione su larga scala. Tuttavia, è probabile che nei prossimi anni il prezzi possa calare notevolmente rendendo anche questa innovazione accessibile.

Differenze tra carne sintetica e carne vegetale nell’impatto sull’ambiente

Entrambi i metodi alternativi alla carne animale determinano una significativa riduzione dell’impatto ambientale. Non esistono dati che permettano di compararli. Tuttavia, alcuni ricercatori stimano che per ogni ettaro utilizzato per la produzione di carne sintetica si potrebbero liberare tra i 10 e i 20 ettari di terra. E che la sua produzione emetterebbe solo il 4% dei gas serra, riducendo i consumi energetici del 45%. Sul fronte della carne vegetale, sia Beyond Meat che Impossible Food affermano di usare circa il 95% di suolo in meno rispetto alla produzione di carne animale, emettendo il 90% di anidride carbonica in meno. Tutte e due le soluzioni consentono di limitare il consumo di importanti risorse naturali – foreste, terra, acqua, energia – oltre che, naturalmente, di salvare le vite degli animali.

I possibili problemi

Nel processo produttivo della carne vegetale si utilizzano in gran parte prodotti di origine vegetale ai quali si aggiungono alcuni conservanti, addensanti, coloranti non sempre di origine naturale. Inoltre, in alcuni casi è possibile che vengano utilizzati alcuni lieviti geneticamente modificati per evitare il consumo di suolo richiesto ad esempio dalla soia. Anche la carne sintetica necessita di alcuni ingredienti ottenuti da microorganismi geneticamente modificati. Al momento la legge non richiede la divulgazione degli additivi usati nel processo di produzione della carne coltivata quindi il consumatore non avrebbe modo di verificarne la presenza. Parliamo comunque di quantità minime, probabilmente non così rilevanti considerando ad esempio gli antibiotici presenti in molta carne animale derivata da allevamenti intensivi. Trattandosi di soluzioni agli esordi, in particolare in riferimento alla carne coltivata, è probabile che si possa sperare in miglioramenti sotto diversi punti di vista.