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Come diventare un energy manager: risparmio energetico e carriera sostenibile

Ottimizzare i consumi, tagliare i costi e ridurre l’impatto ambientale non sono solo obiettivi: per molte aziende, sono diventate necessità. Ed è proprio qui che entra in gioco la figura dell’energy manager, un professionista capace di trasformare il modo in cui le organizzazioni gestiscono l’energia. 

 

Con una visione strategica e competenze tecniche, questa figura guida le imprese verso un futuro più efficiente e sostenibile, rendendo l’energia non solo un costo, ma una risorsa per crescere.

 

In questo articolo scopriamo insieme cosa fa, come diventarlo e quanto si può guadagnare svolgendo questo green job.

 

 

Cosa fa un energy manager?

L’energy manager, o responsabile dell’energia, è una figura chiave per le aziende che desiderano migliorare l’efficienza energetica e ridurre i costi operativi. Questo professionista non si limita a gestire i consumi, ma sviluppa strategie che trasformano l’energia in un effettivo vantaggio competitivo.

 

  1. Valutazione dei consumi energetici
    L’energy manager analizza i consumi aziendali attraverso audit energetici dettagliati, utilizzando strumenti tecnologici avanzati per monitorare e identificare inefficienze. Questo processo permette di mappare l’utilizzo dell’energia e individuare aree di miglioramento.
  2. Ottimizzazione delle risorse
    Una delle priorità dell’energy manager è implementare soluzioni che riducano gli sprechi. Questo include interventi su impianti di illuminazione, climatizzazione, produzione industriale e logistica. Ad esempio, può proporre l’installazione di sistemi di gestione automatizzata o la sostituzione di macchinari obsoleti con tecnologie più efficienti.
  3. Promozione delle energie rinnovabili
    L’energy manager gioca un ruolo cruciale nella transizione verso fonti di energia pulita. Si occupa di valutare la fattibilità di impianti fotovoltaici, eolici o di altre tecnologie sostenibili, stimandone i costi e i benefici.
  4. Gestione dei contratti energetici
    Un altro aspetto importante è negoziare con i fornitori per ottenere le migliori tariffe e condizioni contrattuali. Questo consente alle aziende di risparmiare non solo sui consumi, ma anche sulle spese legate alla fornitura.
  5. Formazione e sensibilizzazione
    L’energy manager non lavora solo con macchinari e numeri: una parte fondamentale del suo ruolo è educare dipendenti e stakeholder sull’importanza del risparmio energetico. Attraverso campagne di sensibilizzazione e formazione, promuove una cultura aziendale orientata alla sostenibilità.
  6. Conformità normativa
    Con normative sempre più stringenti sull’energia e l’ambiente, l’energy manager assicura che l’azienda rispetti tutti i requisiti legali, riducendo il rischio di sanzioni e migliorando l’immagine aziendale.

 

L’energy manager non opera in isolamento: collabora con i diversi dipartimenti aziendali – dal finance alla produzione – per integrare strategie energetiche in tutte le attività. Che si tratti di una grande multinazionale o di una PMI, il contributo di questa figura è sempre più centrale per garantire competitività e sostenibilità.

 

Quando è obbligatorio l’Energy Manager?

L’obbligo di nominare un energy manager in Italia è regolato dalla Legge 10/1991, che stabilisce criteri precisi per le aziende e gli enti pubblici con consumi energetici particolarmente elevati. Questa normativa rappresenta un passo importante verso la promozione dell’efficienza energetica e il contenimento degli sprechi, rendendo la figura del responsabile dell’energia un pilastro strategico per le organizzazioni.

 

Secondo la normativa, devono nominare un energy manager:

 

  • Aziende industriali con consumi superiori a 10.000 tonnellate equivalenti di petrolio (TEP) all’anno.
  • Imprese del terziario e enti pubblici con consumi superiori a 1.000 TEP all’anno.

 

Questi criteri fanno riferimento al consumo complessivo di energia, includendo elettricità, combustibili fossili e altre fonti energetiche. Per dare un’idea, 1 TEP equivale all’energia liberata dalla combustione di una tonnellata di petrolio.

 

Come diventare Energy Manager?

Diventare Energy Manager richiede una combinazione di formazione accademica, esperienza pratica e, in alcuni casi, certificazioni professionali

 

Formazione accademica

La prima tappa per intraprendere questo percorso è una laurea in discipline tecniche o gestionali, come ingegneria energetica, ambientale o economia ambientale.

 

Cosa studiare per diventare energy manager?

Oltre alla laurea, sono consigliati corsi e master specializzati in:

 

  • Gestione dell’energia: approfondimenti su audit energetici, sistemi EMS e tecnologie rinnovabili.
  • Normative ambientali e tecniche: conoscenze su regolamenti europei, come la Direttiva 2012/27/UE sull’efficienza energetica.
  • Sistemi di gestione ambientale: come la certificazione ISO 50001.

 

Master come il “Master in Gestione dell’Energia” e programmi di formazione professionale certificati rappresentano un ulteriore valore aggiunto per chi vuole eccellere in questa professione.

 

Certificazione come esperto in gestione dell’Energia

Successivamente, molte aziende richiedono una certificazione come Esperto in Gestione dell’Energia (EGE), che si ottiene tramite un esame specifico. Tale certificazione attesta le competenze del professionista, rendendolo idoneo a gestire progetti di riduzione dei consumi e a garantire la conformità normativa.

 

 

Esperienza pratica

Oltre alla formazione, è indispensabile acquisire esperienza pratica tramite tirocini, audit energetici e progetti di gestione degli impianti. Le competenze chiave includono capacità analitiche, conoscenza normativa e problem solving, essenziali per identificare soluzioni sostenibili ed economicamente vantaggiose.

 

L’interesse crescente per la sostenibilità e l’ottimizzazione energetica rende questa figura sempre più richiesta in vari settori, dall’industriale al terziario. Per chi cerca una carriera che combini responsabilità ambientale e opportunità di crescita, l’Energy Manager rappresenta una scelta strategica.

 

Vantaggi di avere un Energy Manager in azienda

Integrare un Energy Manager nel team aziendale offre numerosi vantaggi, che si riflettono in risparmi economici, miglioramento della sostenibilità e conformità normativa. Questa figura professionale non è solo un esperto tecnico, ma un alleato strategico per ottimizzare le risorse energetiche e aumentare la competitività sul mercato.

 

1. Riduzione dei costi operativi

L’Energy Manager monitora e analizza i consumi energetici aziendali, identificando inefficienze e proponendo soluzioni per abbattere i costi. Secondo un’analisi del Financial Institutions and Energy Efficiency Group (EEFIG), gli investimenti in efficienza energetica rappresentano il modo più efficace in termini di costi per ridurre la dipendenza dalle importazioni energetiche.

 

2. Miglioramento dell’immagine aziendale

In un mercato sempre più attento alla sostenibilità, le aziende che adottano pratiche energetiche responsabili rafforzano la loro reputazione. L’Energy Manager guida l’azienda verso obiettivi di sostenibilità misurabili, come la riduzione delle emissioni di CO₂, migliorando la percezione presso clienti, partner e stakeholder. Uno studio del Capgemini Research Institute rivela che il 79% dei consumatori sta cambiando le proprie preferenze d’acquisto basandosi sulla sostenibilità.

 

3. Conformità normativa

Con l’aumento delle regolamentazioni in ambito energetico, avere un Energy Manager aiuta le aziende a rimanere conformi alle leggi nazionali ed europee. Come abbiamo visto, in Italia, la Legge 10/1991 rende obbligatoria questa figura per organizzazioni che superano determinati consumi energetici. Evitare sanzioni e cogliere opportunità di finanziamenti pubblici diventa più semplice con una gestione energetica strutturata.

 

4. Accesso agli incentivi e alle agevolazioni

Un Energy Manager esperto conosce i meccanismi di incentivi come il Conto Termico e i Certificati Bianchi, sfruttando queste opportunità per finanziare interventi di efficientamento. Questo approccio non solo riduce l’investimento iniziale, ma accelera il ritorno economico delle soluzioni implementate.

 

5. Aumento della produttività

Ottimizzare l’uso delle risorse energetiche significa garantire un ambiente di lavoro più efficiente e sostenibile. L’Energy Manager può migliorare le prestazioni degli impianti produttivi, riducendo i tempi di inattività e favorendo la continuità operativa.

 

Quanto guadagna un Energy Manager?

Lo stipendio di un Energy Manager varia notevolmente a seconda dell’esperienza, della località geografica e del settore. Ecco una panoramica:

 

  • Italia:
    • Stipendio medio: circa 47.600 euro lordi all’anno (2.330 euro netti al mese)
    • Posizioni junior: tra 30.000 e 35.000 euro annui.
    • Professionisti esperti: tra 60.000 e 90.000 euro annui, specialmente nei settori industriali.
  • Stati Uniti:
    • Professionisti con meno di 5 anni di esperienza: circa 68.000 dollari all’anno.
    • Esperienza di 5-10 anni: fino a 74.000 dollari annui.

 

Settori in cui è più richiesta la figura dell’Energy Manager

L’Energy Manager è una figura altamente versatile che opera in una vasta gamma di settori, adattando le proprie competenze alle specifiche esigenze di ogni ambito. Ecco i principali contesti in cui il suo ruolo risulta cruciale:

 

Industria manifatturiera
Nelle industrie ad alta intensità energetica, come quella siderurgica, chimica e alimentare, l’Energy Manager si occupa di ottimizzare i consumi dei macchinari, migliorare l’efficienza delle linee produttive e introdurre tecnologie avanzate.

 

Terziario e uffici aziendali
Negli edifici commerciali e direzionali, il lavoro dell’Energy Manager si concentra sull’ottimizzazione dei sistemi HVAC (riscaldamento, ventilazione e condizionamento), sulla gestione dell’illuminazione e sull’introduzione di tecnologie smart. L’installazione di sensori intelligenti e la transizione verso l’illuminazione LED rappresentano alcune delle soluzioni più adottate.

 

Edilizia e infrastrutture
L’Energy Manager è coinvolto nella progettazione e gestione di edifici sostenibili, integrando soluzioni come l’isolamento termico avanzato e l’uso di fonti rinnovabili. Progetti certificati con standard come il LEED (Leadership in Energy and Environmental Design) dimostrano che un’efficienza energetica ottimale può ridurre fino al notevolmente i costi operativi di un edificio.


Pubblica amministrazione
Nei comuni e negli enti pubblici, il ruolo dell’Energy Manager è cruciale per la gestione sostenibile degli edifici pubblici e dell’illuminazione stradale. 

 

Trasporti e logistica
In un settore che contribuisce in modo significativo alle emissioni globali, l’Energy Manager lavora per ottimizzare i consumi energetici della flotta aziendale, promuovendo l’adozione di veicoli elettrici o alimentati da energie alternative. Inoltre, si occupa dell’efficienza delle infrastrutture logistiche, come magazzini e centri di distribuzione.

 

Settore alberghiero e turismo
In hotel e resort, l’Energy Manager svolge un ruolo chiave nella gestione sostenibile delle strutture. Interventi su sistemi di climatizzazione, illuminazione e riscaldamento dell’acqua permettono di ridurre significativamente i consumi energetici, migliorando al contempo l’esperienza dei clienti.