Il web ci ha permesso di limitare l’impatto degli spostamenti, ma il rovescio della medaglia è un’impennata di emissioni di anidride carbonica generate proprio dai dispositivi tecnologici che utilizziamo quotidianamente: ecco quali sono le attività più inquinanti e come limitarle
A differenza dei fumi immessi nell’atmosfera dalle fabbriche o dai tubi di scarico delle auto, i dispositivi digitali che utilizziamo ogni giorno non producono emissioni di co2 visibili ad occhio nudo. Potrà sorprendere, dunque, apprendere che, in realtà, l’inquinamento digitale produce un impatto deleterio sul Pianeta, ben più grave di quanto si possa immaginare. Basti pensare che guardare un’ora di video tramite smartphone corrisponde al consumo annuo di un frigorifero. Mentre l’invio di una e-mail con un allegato equivale a una lampadina accesa per un’intera giornata. Alla luce di queste informazioni dovremmo quindi rivedere alcune azioni che compiamo con leggerezza, facilmente anche in buona fede, ritenendole innocue.
Le principali fonti di inquinamento digitale
Qualunque attività svolta tramite computer o dispositivi mobili genera inquinamento digitale. Usare i social network, navigare sui siti web, fare ricerche su Google, guardare video o serie tv su Netflix o altre piattaforme. Partecipare a videoconferenze, utilizzare la posta elettronica. Purtroppo, gli sprechi di carta e gli spostamenti che il digitale consente di ridurre, vengono ampiamente sovrastati dai consumi che questo provoca. Nel complesso, le attività legate all’utilizzo del web causano il 3,7% del totale delle emissioni di gas serra del Pianeta.
Una cifra elevatissima, che già oggi oltrepassa le emissioni globali provocate dall’industria aerea e che è destinata a salire molto rapidamente nei prossimi anni. Nel 2025 potrebbe raddoppiare. Inoltre, uno dei peggiori nemici dell’ambiente è rappresentato dagli smartphone, riciclabili in parte minima e realizzati con materiali che richiedono attività estrattive altamente inquinanti. Se tutti iniziassimo a cambiarli meno frequentemente il Pianeta ne risentirebbe positivamente. Stesso discorso vale per pc e tablet.
L’impatto delle comunicazioni
Una sola e-mail può sembrare innocua. Il problema è che quei 4 grammi di co2 prodotti da un singolo invio (senza allegati) vanno moltiplicati per cifre che superano i 300 miliardi al giorno. Un solo dipendente ne riceve quotidianamente un centinaio, ma la stima è sicuramente al ribasso. E non considera la presenza di video, immagini e altri allegati. Poi c’è WhatsApp, il cui singolo utilizzo supera di poco a livello di impatto ambientale l’invio di una e-mail (ma è molto più frequente). A voler essere sostenibili, bisognerebbe inviare solo SMS, di gran lunga meno inquinanti. E ridurre la frequenza delle videoconferenze, delle quali, dall’avvento della pandemia, si fa un uso talvolta eccessivo. Una videoconferenza della durata di un intero pomeriggio alla quale prendono parte persone provenienti da diversi Paesi può produrre da sola 215 kg di co2.
Come ridurre l’inquinamento digitale
Una parte consistente dell’impegno necessario per ridurre l’inquinamento digitale ricade sulle società tecnologiche o che operano sul web. Prima di tutto per rendere i dispositivi più duraturi nel tempo. E in secondo luogo nel mettere in pratica alcune semplici opzioni che permetterebbero di risparmiare molta energia. Come ad esempio consentire agli utenti di ascoltare musica su YouTube senza guardare il video. Non ultimo, alcune compagnie come Apple e la stessa Google hanno affermato la volontà di alimentare i propri server e data center solo con energie rinnovabili.
Dopodiché, ciascuno può adottare piccole abitudini che, al pari della raccolta differenziata, se moltiplicate sui grandi numeri possono contribuire a limitare l’impatto dell’inquinamento digitale. Ad esempio, copiare un link invece di allegare un documento, chiudere le finestre web non in utilizzo, svuotare periodicamente la casella di posta elettronica. Cancellare l’iscrizione alle newsletter che non si leggono, evitare di spedire foto doppie o inutili su WhatsApp, limitare i messaggi vocali (molto più inquinanti di quelli testuali), scollegare il cellulare quando è carico, cambiare dispositivi tecnologici meno frequentemente. Anche in questo ambito, insomma, è più che mai necessario adottare un comportamento improntato alla sobrietà.