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Urbanistica tattica (o urbanismo tattico): cos’è e come funziona

L’espressione “urbanistica tattica” raccoglie una varietà di interventi sugli spazi pubblici che non richiedono importanti investimenti. Sono condivisi, non invasivi, innovativi e spesso temporanei. Un modo per riavvicinare in modo concreto gli abitanti alla città

 

Piazze con tavoli e panchine, fioriere e alberi, aree pedonali e tanta vernice colorata sull’asfalto. Alcune zone delle grandi metropoli globali stanno cambiando volto, diventando più vivibili, accoglienti, allegre ed esteticamente piacevoli. Parliamo dell’urbanismo tattico, o urbanistica tattica. Un approccio di riqualificazione degli spazi pubblici non invasivo, sperimentale, spesso temporaneo, a basso costo e condiviso

 

Una varietà di soluzioni che hanno l’obiettivo di riavvicinare gli abitanti alla città, rendendoli partecipi nell’attività di progettazione. E dedicando spazi di transito a una frequentazione pedonale e a misura d’uomo.

 

Le origini dell’urbanistica tattica

Il termine urbanismo tattico – tactical urbanism – è stato inventato nel 2012 dagli architetti statunitensi Mike Lydon e Anthony Garcia. Lo scopo era raggruppare un insieme di interventi di urbanistica tattica osservati nelle città nordamericane negli ultimi anni. 

 

New York è stata la prima metropoli a sperimentare – ancor prima che l’espressione venisse coniata – progetti di urbanistica tattica. Infatti, il primo esempio è la pedonalizzazione, lanciata nel 2009 da Bloomberg, di Times Square

 

Si tratta di un intervento, prima temporaneo poi permanente, che non ha solo reso l’area più bella e ariosa. Ma ha anche determinato un calo superiore al 60% degli incidenti stradali nello snodo e di lesioni ai pedoni.

 

Urbanismo tattico e rigenerazione urbana

Gli elementi che distinguono l’urbanistica tattica da altri interventi sono il carattere partecipativo, temporaneo e l’economicità. Perché, a differenza dei tradizionali progetti architettonici “calati dall’alto”, le azioni di urbanismo tattico nascono da un’analisi delle esigenze nascenti dei cittadini.

 

Inoltre, il fatto che per realizzarle non siano necessari grandi investimenti, li rende accessibili a tutte le amministrazioni locali. L’aspetto più delicato da gestire per gli enti pubblici è la riorganizzazione del traffico veicolare in seguito alla pedonalizzazione di alcune aree.

 

Oltre modificare la destinazione d’uso di alcune zone, l’urbanismo tattico consente anche di recuperare strutture o aree inutilizzate e abbandonate

 

Con pochi strumenti e risorse limitate è possibile creare isole di socialità per l’incontro e il relax, trasformando il rapporto, oggi sempre più complesso, tra i cittadini e la città. Basta poco per cambiare il volto di una strada: creare aree gioco, aggiungendo tavoli da ping pong, panchine colorate e altri elementi di arredo urbano.

 

Urbanistica tattica e sostenibilità

L’urbanismo tattico è inoltre strettamente legato alla sostenibilità urbana, promuovendo cambiamenti in linea con gli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile (SDG 11) delle Nazioni Unite, che mirano a creare città più inclusive, sicure e resilienti.

 

Ad esempio, la pedonalizzazione delle strade contribuisce a ridurre le emissioni di CO2, mentre la creazione di spazi verdi migliora la qualità dell’aria e favorisce la biodiversità.

 

Urbanistica tattica: alcuni esempi

L’urbanismo tattico ha dato vita a progetti innovativi in tutto il mondo, trasformando spazi urbani trascurati o sottoutilizzati in luoghi più vivibili, sostenibili e a misura d’uomo.

 

Superblocks a Barcellona (Spagna)

Il progetto dei “Superblocks” ha trasformato interi isolati urbani in spazi pedonali, limitando il traffico veicolare solo a specifiche strade periferiche e rendendo il centro degli isolati una zona vivibile e sicura per i pedoni. 

 

Il risultato è stato un aumento del verde urbano, una riduzione dell’inquinamento acustico del 25% e una maggiore coesione sociale.

 

Times Square Pedestrian Plaza (New York, USA)

Uno degli esempi più iconici di urbanismo tattico. Nel 2009, parte di Times Square è stata chiusa al traffico veicolare per creare una piazza pedonale temporanea con sedie, tavoli e aree relax. 

 

Dopo una fase sperimentale di successo, il progetto è diventato permanente, riducendo gli incidenti stradali del 40% e aumentando l’afflusso pedonale.

 

Open Streets Initiative (Bogotá, Colombia)

Bogotá è famosa per la sua “Ciclovía”, un’iniziativa che chiude le strade principali della città ogni domenica e nei giorni festivi, trasformandole in percorsi pedonali e ciclabili. 

 

Migliaia di cittadini partecipano ogni settimana, utilizzando questi spazi per attività sportive e sociali.

 

The Better Block Project (Dallas, USA)

Il progetto “Build a Better Block” ha trasformato temporaneamente isolati degradati in spazi vivi e commerciali attraverso l’aggiunta di arredi urbani, eventi culturali e vetrine pop-up. 

 

Questo approccio ha aumentato la frequentazione e ispirato iniziative permanenti di rigenerazione urbana.

 

Le prime esperienze in Italia

In Italia, diversi comuni hanno iniziato a fare un largo uso dell’urbanistica tattica per riqualificare i propri spazi. Da Milano a Napoli e Roma, ecco alcuni dei progetti più conosciuti.

 

Milano: Piazze Aperte

Il progetto “Piazze Aperte”, promosso dal Comune di Milano, è un esempio emblematico di urbanistica tattica in Italia. A partire dal 2018, l’iniziativa ha trasformato diverse aree della città in spazi pedonali vivaci e accoglienti:

 

  • Piazza Minniti (Isola): Vernici colorate, panchine e fioriere hanno trasformato l’area in un luogo di socialità e relax.
  • Porta Genova: La riqualificazione dell’area ha creato uno spazio pedonale temporaneo, successivamente migliorato, con l’installazione di arredi urbani.

 

Piazza dell’Immacolata (Roma, Italia)

Nel quartiere di San Lorenzo, una delle piazze principali è stata riqualificata attraverso interventi partecipativi. Tavoli e sedute sono stati aggiunti insieme a decorazioni colorate, trasformando uno spazio anonimo in un luogo di aggregazione per residenti e studenti.

 

Napoli: urbanistica tattica nei Quartieri Spagnoli

A Napoli, interventi di urbanistica tattica si sono concentrati sulla riqualificazione di aree storiche come i Quartieri Spagnoli. Attraverso progetti partecipativi, sono stati realizzati:

 

  • Strade pedonali decorate con murales e arte urbana.
  • Installazione di arredi urbani temporanei per incentivare l’uso dello spazio pubblico.

 

Sassari: Piazze rinnovate

Sassari ha adottato interventi di urbanistica tattica per trasformare piazze e spazi inutilizzati:

 

  • Piazza Azuni: Vernici e panchine hanno ridisegnato l’area, favorendo l’incontro e la socialità.
  • Creazione di “zone 30” per limitare la velocità veicolare e promuovere la sicurezza stradale.

 

Torino: Progetti di rigenerazione urbana

A Torino, il progetto di rigenerazione urbana “Open Streets” ha introdotto pedonalizzazioni temporanee e permanenti, come in:

  • Via Monferrato: Strada trasformata in area pedonale, arricchita con panchine e verde urbano.

 

Gli elementi distintivi dell’urbanistica tattica

In un volume liberamente accessibile online, Lydon e Garcia, insieme ad altri collaboratori, illustrano lo sviluppo del tactical urbanism identificando cinque elementi distintivi:

 

  • un approccio deliberato e graduale volto a indurre il cambiamento;
  • idee locali per una pianificazione locale;
  • impegno a breve termine e aspettative realistiche;
  • basso rischio e ritorno elevato;
  • sviluppo del capitale sociale tra cittadini e di una collaborazione tra istituzioni pubbliche, private e organizzazioni non profit.

Tipologie di intervento

Dopo un approfondimento teorico, gli autori citano diverse tipologie di intervento, osservate in varie città. Eccone alcune:

 

  • Open Streets (pedonalizzazioni/ciclovie): spazi temporanei sicuri per camminare, andare in bicicletta, pattinare e socializzare
  • Play Streets: popolari a New York e a Londra, consistono nella creazione di un parco giochi all’interno di uno spazio precedentemente adibito a parcheggio o al transito veicolare
  • Build a Better Block: l’intervento incoraggia i proprietari di negozi e attività a offrire vetrine o spazi sui marciapiedi antistanti per un uso pubblico e condiviso
  • Parking Day: un evento annuale in cui i parcheggi vengono convertiti in spazi pubblici per richiamare l’attenzione sull’enorme quantità di spazio dedicato alla sosta delle automobili
  • Pop-Up Retail: adibire spazi commerciali e negozi momentaneamente sfitti a luoghi di socialità
  • Pavement to Plazas / to Parks: com’è accaduto a Time Square, si trasformano nodi di grande traffico in piazze aperte usando tavoli e sedie, vernici, blocchi e fioriere realizzate da materiali di recupero
  • Informal bike parking: parcheggi temporanei per le biciclette creati con materiali di recupero
  • De-Pave: la “depavimentazione” di alcune aree urbane, riportate alla terra

La mancanza di risorse non è più una scusa per non agire. L’idea che l’azione debba essere intrapresa solo dopo aver trovato tutte le risposte e le risorse è la ricetta per la paralisi assicurata. La pianificazione di una città è un processo che consente correzioni”.

Jaime Lerner – architetto, urbanista, ex sindaco di Curitiba (Brasile) – dal volume “Tactical Urbanism”.