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Biogas, cosa sono e come funzionano

Il biogas rappresenta una delle soluzioni più promettenti per la transizione verso fonti energetiche sostenibili, trasformando scarti organici in energia pulita attraverso processi naturali. Questa tecnologia, che sfrutta la digestione anaerobica di materiali organici, sta vivendo un momento di grande sviluppo in Europa, dove si registrano oltre 20.000 impianti operativi, e in Italia, che conta circa 2.000 impianti attivi.

Ma cosa sono esattamente i biogas e come riescono a trasformare rifiuti organici in energia? Comprendere il funzionamento di questa tecnologia è fondamentale per valutarne il potenziale nel panorama energetico attuale, soprattutto considerando che il biogas può contribuire significativamente alla riduzione delle emissioni di gas serra e alla gestione sostenibile dei rifiuti organici.

Cosa sono i biogas: definizione e composizione

I biogas sono miscele gassose prodotte dalla decomposizione anaerobica (senza ossigeno) di materiali organici da parte di specifici microrganismi. Questo processo, che avviene naturalmente in ambienti come paludi, discariche e sedimenti marini, viene replicato e ottimizzato negli impianti industriali per produrre energia rinnovabile.

Composizione tipica del biogas

  • Metano (CH4): 50-70% del volume totale, principale componente energetico
  • Anidride carbonica (CO2): 25-45%, gas inerte che riduce il potere calorifico
  • Idrogeno solforato (H2S): 0,1-3%, responsabile dell’odore caratteristico
  • Ammoniaca (NH3): tracce, derivante dalla decomposizione di proteine
  • Altri gas: azoto, ossigeno, idrogeno in quantità minime

Il potere calorifico del biogas grezzo si attesta tra 5,0 e 7,5 kWh/m³, significativamente inferiore al gas naturale (9,5-10,5 kWh/m³) a causa della presenza di CO2. Tuttavia, attraverso processi di purificazione e upgrading, è possibile ottenere biometano con caratteristiche simili al gas naturale fossile.

La qualità e la composizione del biogas variano considerevolmente in base al tipo di substrato utilizzato, alle condizioni operative dell’impianto e alla gestione del processo di digestione anaerobica.

Come si produce il biogas: il processo di digestione anaerobica

La produzione di biogas avviene attraverso un complesso processo biologico che coinvolge diverse fasi e tipologie di microrganismi. Questo processo naturale viene controllato e ottimizzato negli impianti per massimizzare la produzione energetica e garantire la stabilità operativa.

Le quattro fasi della digestione anaerobic

1. Idrolisi

  • Scomposizione di molecole complesse (carboidrati, proteine, lipidi) in composti più semplici
  • Enzimi specifici rompono i legami molecolari
  • Durata: alcune ore fino a diversi giorni

2. Acidogenesi

  • Trasformazione dei composti semplici in acidi organici
  • Produzione di acido acetico, propionico e butirrico
  • Formazione di alcoli e composti intermedi

3. Acetogenesi

  • Conversione degli acidi organici in acido acetico, idrogeno e CO2
  • Fase critica per l’equilibrio del processo
  • Microrganismi acetogeni mantengono le condizioni ottimali

4. Metanogenesi

  • Produzione finale di metano e anidride carbonica
  • Microrganismi metanogeni estremamente sensibili alle variazioni ambientali
  • Fase che determina la resa energetica dell’impianto

Fattori critici per la produzione ottimale

Il successo della digestione anaerobica dipende dal mantenimento di condizioni specifiche che favoriscono l’attività microbica. La temperatura rappresenta uno dei parametri più importanti: gli impianti mesofili operano tra 35-40°C, mentre quelli termofili tra 50-60°C, con questi ultimi che garantiscono maggiori rese ma richiedono più energia per il riscaldamento.

  • pH: mantenuto tra 6,8 e 7,2 per favorire i metanogeni
  • Tempo di ritenzione: da 15 a 40 giorni a seconda del substrato
  • Rapporto C/N: idealmente tra 20:1 e 30:1 per equilibrare nutrienti
  • Agitazione: necessaria per omogeneizzare il materiale e evitare stratificazioni

Materie prime utilizzate per la produzione

La versatilità del biogas deriva dalla possibilità di utilizzare un’ampia gamma di materiali organici come substrato per la digestione anaerobica. La scelta delle materie prime influenza significativamente la resa energetica, la qualità del gas prodotto e la sostenibilità ambientale dell’intero processo.

Tipologie di substrati principali

Scarti agricoli e zootecnici

  • Liquami bovini e suini: alta disponibilità ma bassa resa energetica
  • Pollina: elevato contenuto di azoto, richiede co-digestione
  • Residui colturali: paglia, stocchi di mais, potature
  • Deiezioni avicole: alta resa ma necessitano di pre-trattamento

Colture energetiche dedicate

  • Mais: alta resa ma in competizione con usi alimentari
  • Sorgo: resistente alla siccità e buona produttività
  • Barbabietola da zucchero: elevato contenuto di zuccheri
  • Triticale e altre graminacee: coltivazioni di secondo raccolto

Rifiuti organici urbani e industriali

  • FORSU (Frazione Organica dei Rifiuti Solidi Urbani): in crescita per economia circolare
  • Scarti dell’industria alimentare: elevate rese energetiche
  • Fanghi di depurazione: trattamento necessario con produzione energetica
  • Scarti di macellazione: alto potenziale ma regolamentazione stringente

La co-digestione, ovvero l’utilizzo contemporaneo di diverse tipologie di substrati, rappresenta spesso la soluzione ottimale per bilanciare rese energetiche, disponibilità delle materie prime e sostenibilità economica degli impianti.

Come si utilizza il biogas: applicazioni e tecnologie

Il biogas prodotto negli impianti di digestione anaerobica può essere valorizzato attraverso diverse modalità, ciascuna con specifiche caratteristiche tecniche ed economiche. La scelta dell’utilizzo dipende dalle dimensioni dell’impianto, dalla vicinanza alle reti energetiche e dalle politiche di incentivazione locali.

Produzione di energia elettrica e termica

Cogenerazione (CHP – Combined Heat and Power)

  • Motori a combustione interna alimentati a biogas
  • Efficienza elettrica: 35-45%, termica: 40-50%
  • Calore recuperato per riscaldamento digestori e usi esterni
  • Soluzione più diffusa per impianti di piccola-media taglia

Microturbine a gas

  • Adatte per impianti di potenza ridotta (30-500 kW)
  • Minori emissioni inquinanti e rumorosità
  • Efficienza elettrica inferiore ma maggiore flessibilità operativa

Upgrading a biometano

Il processo di upgrading consente di purificare il biogas grezzo rimuovendo CO2, H2S e altri componenti per ottenere biometano con caratteristiche simili al gas naturale. Le tecnologie principali includono:

  • Assorbimento con acqua: economico ma con consumi energetici elevati
  • Assorbimento chimico: alta efficienza di purificazione
  • Adsorbimento (PSA): tecnologia consolidata per impianti medi
  • Separazione a membrane: innovativa ma ancora costosa

Iniezione in rete e utilizzo nei trasporti

Il biometano purificato può essere immesso nella rete gas nazionale o utilizzato come carburante per veicoli. In Italia, il Decreto Biometano del 2018 ha stabilito incentivi specifici per questi utilizzi, favorendo lo sviluppo di filiere integrate che combinano produzione agricola, gestione rifiuti e mobilità sostenibile.

Vantaggi del biogas

I benefici derivanti dall’utilizzo del biogas si estendono ben oltre la semplice produzione energetica, abbracciando aspetti ambientali, economici e sociali che lo rendono una tecnologia strategica per la transizione ecologica.

Benefici ambientali

La valorizzazione energetica del biogas contribuisce significativamente alla riduzione dell’impatto ambientale attraverso molteplici meccanismi. Innanzitutto, sostituisce l’utilizzo di combustibili fossili, evitando l’emissione di CO2 di origine geologica nell’atmosfera.

  • Riduzione emissioni di metano: cattura il CH4 che altrimenti si disperderebbe naturalmente
  • Gestione sostenibile dei rifiuti: trasforma scarti in risorsa energetica
  • Produzione di digestato: fertilizzante organico che riduce l’uso di concimi chimici
  • Bilancio energetico positivo: produce più energia di quanta ne consuma

Vantaggi economici

Per il settore agricolo

  • Diversificazione del reddito agricolo attraverso la vendita di energia
  • Valorizzazione di sottoprodotti e scarti aziendali
  • Riduzione dei costi per smaltimento reflui zootecnici
  • Possibilità di integrazione con attività agricole esistenti

Per il sistema energetico

  • Produzione distribuita che riduce perdite di trasmissione
  • Contributo alla sicurezza energetica nazionale
  • Creazione di filiere locali con ricadute occupazionali
  • Indipendenza da importazioni di combustibili fossili

Benefici sociali e territoriali

Lo sviluppo di impianti biogas genera impatti positivi sui territori rurali, creando opportunità di lavoro qualificato e favorendo l’integrazione tra settore agricolo ed energetico. Inoltre, contribuisce al raggiungimento degli obiettivi di sostenibilità e alla rivitalizzazione di aree marginali.

Svantaggi e criticità del biogas

Nonostante i numerosi vantaggi, la tecnologia del biogas presenta alcune criticità che devono essere attentamente valutate in fase di progettazione e gestione degli impianti.

Problematiche tecniche e gestionali

Complessità del processo biologico

  • Sensibilità dei microrganismi a variazioni di temperatura e pH
  • Necessità di competenze specialistiche per la gestione
  • Tempi di avviamento lunghi (2-6 mesi)
  • Possibili instabilità che riducono le rese

Questioni logistiche

  • Approvvigionamento continuo delle materie prime
  • Costi di trasporto per substrati dispersi sul territorio
  • Necessità di stoccaggio per garantire continuità operativa
  • Gestione del digestato e suoi sottoprodotti

Impatti ambientali potenziali

Sebbene il biogas sia considerato una fonte energetica pulita, alcuni aspetti richiedono particolare attenzione per minimizzare gli impatti negativi.

  • Emissioni odorigene: specialmente da impianti mal gestiti o sovraccarichi
  • Competizione con produzioni alimentari: quando si utilizzano colture dedicate
  • Consumo idrico: per irrigazione colture energetiche e processi industriali
  • Impatti sul paesaggio: strutture industriali in contesti rurali

Aspetti economici critici

  • Investimenti iniziali elevati: 3.000-8.000 €/kW per impianti biogas
  • Dipendenza da incentivi: redditività spesso legata a sostegni pubblici
  • Concorrenza con altre destinazioni: prezzi volatili delle materie prime
  • Costi di manutenzione: superiori rispetto ad altre fonti rinnovabili

Quanto inquina un impianto biogas?

La valutazione dell’impatto ambientale degli impianti biogas richiede un’analisi del ciclo di vita completo, considerando tutte le fasi dalla produzione delle materie prime allo smaltimento finale dei sottoprodotti.

Emissioni dirette degli impianti

Gli impianti biogas moderni, se correttamente progettati e gestiti, presentano emissioni relativamente contenute. Le principali fonti di inquinamento includono:

  • Emissioni di metano: perdite dai sistemi di stoccaggio e combustione (1-3% della produzione)
  • Ossidi di azoto (NOx): da motori di cogenerazione, riducibili con tecnologie SCR
  • Composti organici volatili: principalmente da digestato e stoccaggio substrati
  • Particolato: limitato e principalmente da traffico veicolare correlato

Confronto con altre fonti energetiche

Studi di Life Cycle Assessment (LCA) mostrano che il biogas presenta emissioni di CO2 equivalente significativamente inferiori rispetto ai combustibili fossili:

  • Biogas da FORSU: 20-50 g CO2eq/kWh
  • Biogas da reflui zootecnici: 15-35 g CO2eq/kWh
  • Gas naturale: 350-490 g CO2eq/kWh
  • Carbone: 820-1.200 g CO2eq/kWh

Misure di mitigazione ambientale

Per minimizzare l’impatto ambientale, gli impianti moderni adottano diverse soluzioni tecnologiche:

  • Sistemi di copertura: per ridurre emissioni odorigene e di metano
  • Trattamento dei gas di scarico: catalizzatori e sistemi di abbattimento NOx
  • Monitoraggio continuo: controllo parametri ambientali e emissioni
  • Gestione integrata del digestato: minimizzazione perdite di azoto e fosforo

Prospettive future e innovazioni

Il settore del biogas sta vivendo una fase di rapida evoluzione tecnologica, con innovazioni che promettono di migliorare ulteriormente l’efficientamento energetico e la sostenibilità ambientale degli impianti.

Sviluppi tecnologici emergenti

  • Power-to-Gas: integrazione con energie rinnovabili intermittenti per produzione di gas sintetico
  • Bioraffinerie integrate: valorizzazione completa della biomassa per prodotti chimici e materiali
  • Digestione anaerobica in due stadi: ottimizzazione delle fasi biologiche per maggiori rese
  • Trattamenti avanzati del digestato: recupero nutrienti e produzione di ammendanti premium

Il futuro del biogas appare quindi molto promettente, con la tecnologia destinata a giocare un ruolo sempre più importante nel mix energetico sostenibile, contribuendo alla transizione verso un’economia circolare e carbon-neutral attraverso la decarbonizzazione del sistema energetico.

Prospettive future e innovazioni

Il settore del biogas sta vivendo una fase di rapida evoluzione tecnologica, con innovazioni che promettono di migliorare ulteriormente l’efficienza energetica e la sostenibilità ambientale degli impianti.

Sviluppi tecnologici emergenti

  • Power-to-Gas: integrazione con fonti rinnovabili intermittenti per produzione di gas sintetico
  • Bioraffinerie integrate: valorizzazione completa della biomassa per prodotti chimici e materiali
  • Digestione anaerobica in due stadi: ottimizzazione delle fasi biologiche per maggiori rese
  • Trattamenti avanzati del digestato: recupero nutrienti e produzione di ammendanti premium

Il futuro del biogas appare quindi molto promettente, con la tecnologia destinata a giocare un ruolo sempre più importante nel mix energetico sostenibile, contribuendo alla transizione verso un’economia circolare e carbon-neutral.