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Rendicontazione di sostenibilità: una guida completa

La rendicontazione di sostenibilità è diventata un elemento chiave per le aziende moderne, un obbligo che riflette la crescente attenzione verso la responsabilità ambientale, sociale e di governance (ESG). Per le aziende, redigere un report di sostenibilità significa integrare la propria responsabilità ambientale, sociale e di governance (ESG) nella strategia aziendale.

 

Non si tratta semplicemente di un nuovo adempimento burocratico, ma di un vero e proprio cambio di paradigma nella cultura aziendale. La rendicontazione di sostenibilità non solo consente di misurare e comunicare i progressi compiuti verso uno sviluppo responsabile, ma aiuta anche a identificare criticità e aree di miglioramento. In un contesto globale in cui la sostenibilità non è più un’opzione ma una necessità, la rendicontazione rappresenta un passaggio fondamentale per costruire un futuro resiliente e competitivo.

 

Con la pubblicazione in Gazzetta Ufficiale del decreto legislativo 6 settembre 2024, n. 125, l’Italia ha recepito la Corporate Sustainability Reporting Directive (CSRD), estendendo l’obbligo di rendicontazione a una platea più ampia di imprese e promuovendo la trasparenza e la responsabilità aziendale in ambito ESG. 

 

Scopriamo cos’è la rendicontazione di sostenibilità, chi è obbligato a farla e perché rappresenta una leva strategica per il business.

 

Cosa si intende per rendicontazione di sostenibilità?

La rendicontazione di sostenibilità è un processo attraverso il quale le aziende comunicano il loro impatto ambientale, sociale ed economico. 

 

Questo strumento permette di valutare non solo i risultati finanziari, ma anche le azioni intraprese per promuovere la sostenibilità in conformità ai criteri ESG (Environmental, Social, Governance).

 

Il report evidenzia:

 

  • Impatto ambientale: emissioni di CO₂, uso di risorse naturali, energia rinnovabile.
  • Responsabilità sociale: condizioni di lavoro, diritti umani, coinvolgimento della comunità.
  • Governance aziendale: etica, trasparenza, gestione dei rischi.

 

Un report di sostenibilità ben strutturato offre una panoramica completa dell’impegno di un’azienda verso uno sviluppo responsabile e sostenibile. È inoltre uno strumento fondamentale per costruire fiducia con stakeholder, investitori e clienti.

 

Obblighi di rendicontazione di sostenibilità: la normativa di riferimento

Gli obblighi di rendicontazione di sostenibilità stanno diventando sempre più stringenti per le aziende in Europa e nel mondo. Con l’introduzione della Corporate Sustainability Reporting Directive (CSRD) da parte dell’Unione Europea, il panorama normativo è cambiato radicalmente, ampliando il numero di imprese coinvolte e definendo criteri più severi per la rendicontazione.

 

Rendicontazione individuale e consolidata: quali sono le differenze

La rendicontazione di sostenibilità prevista dalla CSRD introduce due principali tipologie di report: la rendicontazione individuale e quella consolidata. Questi strumenti, pur avendo obiettivi comuni, si rivolgono a pubblici diversi e rispondono a esigenze specifiche.

 

Rendicontazione individuale di sostenibilità

La rendicontazione individuale è un documento che illustra le performance ESG (Environmental, Social, Governance) di una singola entità legale. Questo tipo di report si concentra sulle strategie, sugli obiettivi e sui risultati ottenuti dall’azienda nel proprio contesto operativo. È particolarmente rilevante per stakeholder come dipendenti, clienti, fornitori e comunità locali, che desiderano conoscere in dettaglio l’impatto diretto delle attività aziendali.

 

La rendicontazione individuale è fondamentale per le imprese che operano autonomamente e vogliono evidenziare il proprio impegno verso la sostenibilità in maniera chiara e trasparente.

 

Rendicontazione consolidata di sostenibilità

La rendicontazione consolidata, invece, offre una visione d’insieme delle performance ESG di un gruppo di aziende controllate da una società madre. Questo approccio è ideale per realtà complesse e diversificate, in cui le interconnessioni e le sinergie tra diverse entità legali giocano un ruolo cruciale.

Il report consolidato è rivolto principalmente a investitori, analisti finanziari e istituzioni, che necessitano di una panoramica completa dell’impegno del gruppo a livello strategico e operativo.

 

L’importanza strategica delle due tipologie

Queste due modalità di rendicontazione non sono mutualmente esclusive, ma complementari. La rendicontazione individuale permette un approfondimento specifico sui risultati locali, mentre quella consolidata garantisce una valutazione globale della sostenibilità aziendale.

 

Entrambe contribuiscono a dimostrare l’impegno dell’impresa verso un futuro più equo e sostenibile, supportando al contempo la trasparenza richiesta dagli stakeholder.

 

L’adozione di questi strumenti rappresenta una tappa fondamentale nel percorso verso un’economia più responsabile, inclusiva e rispettosa dell’ambiente. Le aziende non sono solo chiamate a conformarsi ai nuovi obblighi normativi, ma hanno l’opportunità di sfruttare la rendicontazione come leva strategica per migliorare la loro competitività e reputazione.

 

Cosa prevede – nel dettaglio – la CSRD?

La CSRD sostituisce la precedente Non-Financial Reporting Directive (NFRD), introducendo nuove regole che si applicano a un numero significativamente maggiore di aziende. Il decreto legislativo 6 settembre 2024, n. 125, recepisce la CSRD in Italia e specifica gli obblighi per le imprese operanti sul territorio nazionale.

 

A partire dal 2024, l’obbligo di rendicontazione di sostenibilità riguarda:

 

  • Grandi aziende con oltre 250 dipendenti, 40 milioni di euro di fatturato o 20 milioni di euro di attivo di bilancio.
  • Aziende quotate in borsa, indipendentemente dalla dimensione.
  • PMI quotate, che avranno una tempistica più estesa per adeguarsi (fino al 2026).

Le imprese devono fornire dati dettagliati e standardizzati sul loro impatto ambientale, sociale e di governance, utilizzando il framework ESRS (European Sustainability Reporting Standards), sviluppato dall’EFRAG.

 

Scadenze da rispettare

Le scadenze per la rendicontazione variano in base alle dimensioni e alla tipologia dell’azienda:

 

  • 2024: Le grandi imprese già soggette alla NFRD devono iniziare a rendicontare i dati relativi all’anno fiscale 2023.
  • 2025: Le altre grandi imprese.
  • 2026: PMI quotate, con la possibilità di posticipare l’applicazione fino al 2028.

 

Chi è esente dagli obblighi?

Le aziende che non soddisfano i criteri sopra indicati sono esenti dalla rendicontazione obbligatoria. Inoltre:

 

  • Le grandi imprese e le PMI quotate sono esonerate dall’obbligo di rendicontazione individuale se le informazioni richieste sono già parte integrante della rendicontazione consolidata redatta dalla società madre.
  • Le microimprese, anche se quotate, non sono soggette all’obbligo.

 

Nonostante ciò, molte imprese più piccole scelgono volontariamente di intraprendere questo percorso per motivi di trasparenza, competitività e per rispondere alle crescenti richieste dei consumatori e degli investitori.

 

Perché è importante?

La rendicontazione di sostenibilità non è solo una questione di conformità normativa. È uno strumento strategico per le aziende che vogliono distinguersi in un mercato sempre più attento ai temi ESG. Fornisce infatti vantaggi in termini di reputazione, attrattività per gli investitori e capacità di anticipare rischi legati alla sostenibilità.

 

Redigere un report di sostenibilità non è solo una questione di conformità normativa, ma rappresenta un’opportunità strategica per comunicare il valore aziendale agli stakeholder. 

 

Come redigere un report di sostenibilità

Per creare un report efficace e in linea con gli standard richiesti, è necessario seguire un approccio strutturato e meticoloso. Ecco i passaggi fondamentali:

 

1. Definire gli obiettivi del report

 

Prima di tutto, è essenziale stabilire lo scopo del report. Si tratta di adempiere a un obbligo normativo, migliorare la trasparenza verso gli stakeholder o promuovere il proprio impegno verso la sostenibilità? Gli obiettivi influenzeranno il contenuto, il formato e la struttura del documento.

 

2. Identificare i temi materiali

 

L’analisi di materialità è un passaggio chiave. Serve a individuare i temi rilevanti per l’azienda e i suoi stakeholder, come l’impatto ambientale, le politiche sociali o i valori di governance. 

 

L’elaborazione di una matrice di materialità aiuta a stabilire le priorità e a comunicare in modo chiaro quali sono le questioni centrali per l’organizzazione.

 

3. Raccogliere i dati necessari

 

La fase di raccolta dei dati è cruciale. Coinvolge diverse funzioni aziendali, come il dipartimento finanziario, quello delle risorse umane e la divisione operativa. I dati raccolti devono essere verificabili, accurati e conformi agli standard internazionali di rendicontazione.

 

4. Seguire standard di rendicontazione riconosciuti

 

Adottare un framework internazionale assicura coerenza e comparabilità. Tra i più utilizzati troviamo:

 

  • Global Reporting Initiative (GRI): focalizzato sulla sostenibilità ambientale, sociale ed economica.
  • European Sustainability Reporting Standards (ESRS): specifico per le aziende europee soggette alla CSRD.
  • Task Force on Climate-related Financial Disclosures (TCFD): ideale per le aziende che vogliono enfatizzare l’impatto climatico.

 

5. Coinvolgere gli stakeholder

 

Un report di sostenibilità di successo riflette un dialogo aperto con i propri stakeholder. Interviste, sondaggi e workshop con clienti, fornitori, dipendenti e investitori aiutano a garantire che il documento risponda alle loro aspettative.

 

6. Strutturare il report

 

Il report deve essere chiaro, leggibile e ben organizzato. Solitamente include:

 

  • Introduzione: dichiarazione di intenti e sintesi delle attività di sostenibilità.
  • Visione aziendale: principi ESG e strategia generale.
  • Temi materiali: focus sui temi prioritari identificati.
  • Indicatori di performance: KPI quantitativi e qualitativi per misurare i progressi.
  • Obiettivi futuri: piani e impegni per migliorare la sostenibilità.

7. Pubblicazione e comunicazione

Una volta completato, il report deve essere pubblicato e condiviso con gli stakeholder. Il canale più comune è il sito web aziendale, ma è importante promuoverlo anche tramite comunicati stampa, newsletter o eventi dedicati.

 

Strumenti digitali per facilitare il processo

 

Sempre più aziende utilizzano software di gestione della sostenibilità per semplificare la raccolta, l’analisi e la reportistica dei dati. Questi strumenti, come SAP Sustainability Control Tower o Enablon, aiutano a ottimizzare il processo e garantiscono un elevato grado di precisione e conformità normativa.

 

Vantaggi della rendicontazione di sostenibilità

La rendicontazione di sostenibilità offre una serie di vantaggi strategici per le aziende, andando oltre il semplice adempimento normativo. Tra i benefici principali troviamo:

 

  • Conformità normativa: rispettare gli obblighi di legge riduce il rischio di sanzioni e migliora la trasparenza aziendale.
  • Accesso al capitale: sempre più investitori e istituzioni finanziarie favoriscono aziende trasparenti e impegnate sui temi ESG, garantendo migliori opportunità di finanziamento.
  • Vantaggio competitivo: un report di sostenibilità ben strutturato migliora l’immagine dell’azienda, accrescendone la reputazione e la fiducia presso clienti, partner e stakeholder.
  • Ottimizzazione dei costi: monitorare e gestire i consumi energetici e le risorse porta a risparmi tangibili e a una maggiore efficienza operativa.
  • Anticipazione dei rischi: l’analisi dei dati ESG permette di identificare potenziali rischi ambientali o sociali, prevenendo impatti negativi sulla continuità aziendale.