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Sostenibilità aziendale: cosa serve per raggiungerla

La sostenibilità aziendale (“corporate sustainability ”) identifica l’adozione di scelte gestionali utili a rendere un’impresa sostenibile

La sostenibilità aziendale, conosciuta anche come “corporate sustainability”, riguarda l’adozione di strategie e scelte gestionali che rendano un’impresa sostenibile dal punto di vista ambientale, sociale ed economico. 

 

Non è solo una questione di etica o coscienza individuale: è una strategia a medio-lungo termine che garantisce lo sviluppo e la sopravvivenza delle aziende in un mercato sempre più attento ai criteri di sostenibilità

 

Oggi, sempre più realtà vengono valutate secondo i criteri ESG (Environmental, Social, Governance), che rappresentano uno standard globale per misurare l’impatto delle attività aziendali.

Cosa significa in pratica sostenibilità aziendale

Applicare una strategia di sostenibilità aziendale significa integrare pratiche sostenibili in tutti i processi aziendali. Questi interventi si suddividono principalmente in due ambiti: 

  1. Sostenibilità sociale
  2. Sostenibilità ambientale

 

Sostenibilità sociale, che include:

 

·     tutela dei diritti dei propri dipendenti

·     formazione del personale, anche su tematiche sociali

·     efficienza dei processi decisionali e organizzativi

·     organizzazione dei servizi di welfare aziendale (es. asili nido)

·     introduzione degli strumenti di smart working.

Sostenibilità ambientale, che comprende:

 

·     creare meccanismi di recupero di scarti e prodotti

·     impiegare energia da fonti rinnovabili e aumentare l’efficienza energetica

·     usare strumenti innovativi per l’ottimizzazione della logistica

·     aumentare efficienza nei processi produttivi.

·     ridurre le emissioni ghg

Perché un’azienda diventa sostenibile

Al di là della bontà dei principi di sviluppo sostenibile (sustainable development) e dell’adozione degli SDGS (Obiettivi di sviluppo sostenibile) delle Nazioni Unite che dovrebbero investire anche la dimensione aziendale, le ragioni che spingono le aziende verso la sostenibilità possono essere molteplici:

 

Competitività

Come affermato dalla Commissione Europea, “un approccio strategico alla responsabilità sociale delle imprese è sempre più cruciale per la competitività”. Ridurre i rischi, migliorare la gestione delle risorse e accedere a nuovi mercati sono solo alcuni dei benefici.

 

Finanziamenti

La sostenibilità attrae investimenti. La Banca Europea per gli Investimenti, ad esempio, prevede di sostenere 1 trilione di euro in investimenti sul clima entro il 2030. Anche grandi investitori come BlackRock stanno orientando i loro portafogli verso attività sostenibili.

 

A gennaio 2020, Larry Fink, presidente di BlackRock, la più grande società d’investimento finanziario del mondo, ha detto: “Riteniamo che gli investimenti sostenibili siano la base più solida per i portafogli dei clienti in futuro”. È chiaro che la decisione di colossi come questi, citati solo a titolo esemplificativo tra i tanti che si sono orientati verso i principi di ESG in ambito finanziario, orienteranno le scelte globali dei prossimi anni.

 

Gestione dei rischi

Le aziende globali sono sempre più consapevoli dei rischi ambientali e sociali per il business. Modelli sostenibili offrono maggiore resilienza e flessibilità ai cambiamenti.

 

I vantaggi della sostenibilità aziendale

Da un punto di vista strategico la sostenibilità aziendale nasce per fronteggiare un problema e cogliere nuove opportunità. 

 

Secondo il recenteEuropean Private Sector SDG Stocktake 2024”, un report pubblicato dalle reti europee dell’UN Global Compact che ha interessato un campione di 1422 aziende europee dislocate in 10 Paesi (tra cui Italia, Francia, Regno Unito e Spagna) adottare politiche di corporate sustainability porta notevoli benefici. 

 

Vantaggio competitivo

Il 77% delle aziende ritiene che l’adozione degli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile (SDGs) rappresenti un vantaggio competitivo, con il 43% che considera questo vantaggio significativo. L’integrazione della sostenibilità consente alle imprese di distinguersi in un mercato sempre più sensibile alle tematiche ambientali e sociali, consolidando il proprio posizionamento.

 

Miglioramento delle performance economiche

Le aziende che integrano gli SDGs direttamente nei processi operativi – pratica adottata dal 39% delle imprese intervistate – hanno riscontrato benefici tangibili: per il 58%, questa scelta ha migliorato le performance economiche, mentre per il 26% l’impatto è stato definito molto significativo. Questo dimostra come la sostenibilità non sia un costo, ma un investimento con ritorni concreti.

 

Innovazione e apertura a nuovi mercati

La sostenibilità funge da leva per l’innovazione. Le normative e le richieste del mercato spingono le imprese a sviluppare prodotti e servizi sostenibili, capaci di rispondere alle nuove esigenze dei consumatori e di aprire opportunità in settori emergenti. Questo rafforza non solo la resilienza aziendale, ma anche la capacità di competere su scala globale.

 

Riduzione dei costi operativi


Un approccio sostenibile porta a ottimizzare i processi produttivi, ridurre gli sprechi e abbattere i costi energetici. Grazie a interventi mirati, le aziende possono liberare risorse economiche da reinvestire in innovazione, ricerca e sviluppo.

 

Reputazione e fidelizzazione dei clienti


Integrare la sostenibilità nella strategia aziendale rafforza la reputazione del brand e aumenta la fidelizzazione dei clienti. Come evidenziato da studi recenti, una comunicazione chiara degli impegni ambientali e sociali non solo attrae consumatori disposti a pagare di più per prodotti sostenibili, ma consolida anche la fiducia degli stakeholder.

 

La sostenibilità aziendale: un impegno di lungo periodo

L’impresa che adotta processi di sostenibilità aziendale fa un un investimento duraturo. Che spesso non porta nel breve periodo benefici in termini economici e risvolti positivi immediati sull’organizzazione. La spinta al cambiamento può arrivare da stakeholder interni ed esterni. 

 

Può nascere per motivi di brand reputation, può emergere dalle mutate condizioni del mercato. Quale che siano i punti di vista per lo scatto iniziale, bisogna tenere a mente che per conseguire risultati misurabili secondo le metriche della sostenibilità sono necessari tempi medio-lunghi. E non si tratta solo di redigere il bilancio di sostenibilità!

 

E quindi che adottare politiche di sostenibilità aziendale ha impatti importanti sull’organizzazione aziendale, visto che si richiede un cambiamento culturale dei dipendenti sia come singoli che complessivamente come impresa. Basti pensare solamente alla trasformazione del proprio modello di business tradizionale in funzione dei principi dell’economia circolare.

La sostenibilità aziendale: tre aree di azione

La sostenibilità aziendale impone cambiamenti produttivi e una condivisione costante dei propri progressi e dei propri interessi. In tutti i casi, l’era dell’inbound marketing invita a puntare su una comunicazione informativa e di servizio svolta in modo professionale. Al fine di ottenere un cambiamento culturale in ottica di sviluppo sostenibile, la strategia aziendale deve puntare su 3 target diversi:

·     Dipendenti: coinvolgendo le business unit, il management e i singoli lavoratori nelle motivazioni dell’innovazione in direzione della sostenibilità e nel piano di sviluppo strategico. E condividendo un sistema di valutazione ESG compreso da tutti.

·     Clienti: puntando su un piano di comunicazione dedicato ai prodotti e ai servizi aziendali che descriva la sostenibilità dei propri principi e delle propri azioni, ricco anche di informazioni sul contesto locale e di business in cui si opera. Inoltre, creando relazioni trasparenti e affidabili tramite il customer care.

·     Stakeholder esterni: promuovendo i punti chiave della propria agenda di sostenibilità aziendale e dell’engagement verso il territorio e la società attraverso una comunicazione professionale, efficace e sincera.

La sostenibilità aziendale in Italia

La sostenibilità aziendale in Italia ha registrato progressi significativi negli ultimi anni, con un numero crescente di imprese che integrano pratiche sostenibili nelle loro strategie operative. Secondo il “Sustainability Yearbook 2024” di S&P Global, 23 aziende italiane sono state riconosciute per il loro impegno in ambito ESG (Environmental, Social, Governance). 

 

Inoltre, l’Osservatorio ESG del Sole 24 Ore evidenzia un aumento delle iniziative sostenibili tra le piccole e medie imprese quotate in borsa. 

 

A livello normativo, l’Italia ha recepito la Corporate Sustainability Reporting Directive (CSRD) attraverso il Decreto Legislativo n. 125 del 2024, che introduce obblighi di rendicontazione di sostenibilità per un’ampia gamma di imprese. Questa direttiva mira a migliorare la trasparenza e la responsabilità aziendale in ambito ESG, richiedendo alle imprese di fornire informazioni dettagliate sulle loro performance ambientali, sociali e di governance.

 

Nonostante questi sviluppi positivi, permangono sfide significative. Molte aziende devono ancora adeguarsi ai nuovi standard di rendicontazione e integrare pienamente i criteri ESG nelle loro operazioni quotidiane. Inoltre, la necessità di raccogliere dati accurati lungo l’intera catena del valore rappresenta un compito complesso, soprattutto per le piccole e medie imprese.

Quante sono le aziende che in Italia investono in tecnologie e prodotti ecosostenibili?

Secondo l’Osservatorio sulla Clean Technology nelle imprese italiane del 2024, il 69% delle aziende italiane ha effettuato investimenti in sostenibilità. Questo dato rappresenta un aumento significativo rispetto all’anno precedente e riflette una crescente consapevolezza delle aziende italiane sull’importanza della sostenibilità.

 

In particolare, quasi il 68% di questi investimenti si concentra su interventi di efficientamento energetico, come l’implementazione di tecnologie a basso consumo energetico e l’uso di fonti di energia rinnovabile. 

 

Le grandi aziende con oltre 250 dipendenti sono particolarmente attive in questo settore, con il 79% che ha effettuato investimenti green.

 

Anche il settore del cleantech e greentech in Italia ha visto una crescita significativa, con un aumento degli investimenti del 2,1% rispetto all’anno precedente, come riportato da StartupItalia. Questo dato riflette la crescente attenzione delle aziende italiane verso soluzioni di economia circolare e la riduzione degli sprechi energetici. Secondo il Synesgy Global Observatory, il 39% delle aziende italiane ha migliorato il proprio punteggio di sostenibilità ESG nel 2024 rispetto al 2023, indicando un impegno crescente verso pratiche aziendali sostenibili.

 

Inoltre, il rapporto evidenzia che le piccole e medie imprese (PMI) stanno aumentando il loro impegno verso la sostenibilità, con il 18% delle aziende italiane che ora ha un team o un dipartimento dedicato alla sostenibilità, quasi raddoppiando rispetto all’anno precedente. 

 

In conseguenza di questi dati, il settore dei green jobs è in forte crescita. Secondo il Rapporto GreenItaly 2024, il 13,4% degli occupati totali lavora in ruoli legati alla green economy, con un totale di 3,1 milioni di green jobs

 

Le principali aree aziendali che richiedono competenze green sono la logistica (88,8%), la progettazione e sviluppo (86,7%) e i settori tecnici (80,2%). Inoltre, nel 2023, il numero di nuovi contratti per ruoli legati alla green economy ha raggiunto quasi due milioni, rappresentando il 34,8% del totale.

 

Tuttavia, ci sono ancora sfide da affrontare, come la mancanza di competenze e percorsi di formazione, e l’alto costo degli investimenti. 

 

D’altro canto, manca ancora una presenza professionale efficace nelle società italiane specializzata su queste tematiche. Tanto che in molte aziende ancora manca una struttura organizzativa interna dedicata. Restano ancora poco diffusi professionisti come l’Environmental Manager, il Sustainability Manager o l’Energy Manager.

Sostenibilità aziendale: esempi

Molte grandi aziende stanno portando avanti da tempo progetti di sostenibilità. 

 

Google

Una di queste è Google, che ha lanciato l’iniziativa Google Green per ridurre del 50% il suo fabbisogno energetico

 

I data center del colosso di Mountain View, infatti, consumano il 50% in meno di energia rispetto ad altri data center simili. Inoltre, Google si è impegnata ad investire un miliardo di dollari per progetti sviluppati attraverso energie rinnovabili. Ha incentivato la raccolta differenziata tra i propri dipendent e ha consentito a tutti di diminuire l’impatto ambientale utilizzando Gmail.

 

Procter & Gamble

Procter & Gamble ha promesso di azzerare le emissioni di gas serra e di raggiungere l’utilizzo di imballaggi riciclabili al 100% entro il 2030. Già oggi, tuttavia, tutti gli stabilimenti aziendali non inviano scarti in discarica. Gli impianti italiani di Gattatico e Pomezia hanno ridotto le emissioni di CO2 dell’88% e del 60% rispetto al 2010. Inoltre, il 100% dell’elettricità che l’azienda utilizza proviene da fonti rinnovabili.

 

Amazon

Amazon si è impegnata a raggiungere la neutralità climatica entro il 2040 attraverso il suo programma Climate Pledge, un’iniziativa che punta a zero emissioni nette di carbonio dieci anni prima degli obiettivi fissati dall’Accordo di Parigi. 

 

Tra le azioni intraprese spiccano l’acquisto di oltre 100.000 veicoli elettrici per la consegna, l’uso di energia 100% rinnovabile per i propri centri dati e l’investimento di 2 miliardi di dollari nel Climate Pledge Fund per sviluppare tecnologie innovative a favore della sostenibilità. Inoltre, Amazon ha eliminato milioni di tonnellate di imballaggi, introducendo alternative più sostenibili per ridurre i rifiuti e l’impatto ambientale del trasporto.

 

Microsoft

Microsoft si è impegnata a diventare carbon negative entro il 2030, ovvero a rimuovere più carbonio di quanto ne emetta. Inoltre, entro il 2050, si propone di eliminare tutte le emissioni prodotte direttamente o indirettamente dall’azienda dalla sua fondazione nel 1975. Microsoft ha anche creato un fondo per l’innovazione climatica da 1 miliardo di dollari per sostenere tecnologie che aiutano a ridurre le emissioni di carbonio.

 

Ikea

Ikea punta a diventare un’azienda circolare entro il 2030, implementando un modello di business che prevede l’uso esclusivo di materiali rinnovabili o riciclati. L’azienda ha anche introdotto un servizio di riacquisto e rivendita di mobili usati per incentivare il riutilizzo e ridurre i rifiuti. Nel 2022, il 55% dei materiali utilizzati da Ikea proveniva da fonti rinnovabili.

 

Patagonia

Patagonia, l’azienda di abbigliamento outdoor fondata da Yvon Chouinard, ha intrapreso iniziative significative per combattere il cambiamento climatico. Nel settembre 2022, Chouinard ha trasferito la proprietà dell’azienda a due entità: il Patagonia Purpose Trust, che detiene il 100% delle azioni con diritto di voto per garantire la continuità dei valori aziendali, e il Holdfast Collective, una no-profit dedicata alla lotta contro la crisi ambientale, che possiede il 100% delle azioni senza diritto di voto. Questo modello innovativo assicura che i profitti non reinvestiti nell’azienda siano destinati a sostenere iniziative ambientali.

 

Inoltre, Patagonia ha storicamente destinato l’1% delle vendite annuali a cause ambientali e ha promosso campagne per sensibilizzare l’opinione pubblica sull’impatto dell’industria della moda sull’ambiente. Ad esempio, ha lanciato iniziative per riparare e riciclare i propri prodotti, incoraggiando i clienti a ridurre il consumo eccessivo.