Le certificazioni ambientali sono strumenti che le aziende possono adottare per migliorare la propria immagine e aumentare la propria autorevolezza nell’ambito della sostenibilità: ecco come funzionano
Le certificazioni ambientali sono strumenti volontari che le aziende possono richiedere per dimostrare il proprio impegno nel campo della sostenibilità. Una scelta sempre più diffusa, in quanto l’orientamento dei consumatori, degli investitori, delle pubbliche amministrazioni, così come dei partner commerciali e delle risorse umane, è influenzato in modo non indifferente dalla sensibilità che un’azienda esprime nei confronti dell’ambiente.
Sensibilità che deve però esprimersi in azioni concrete: gli annunci pubblicitari o le tecniche di greenwashing hanno vita breve e rischiano di produrre danni indelebili; quando si parla di ambiente, contano i fatti. E le certificazioni servono proprio a verificarli e ad accertarli, nero su bianco.
Cosa si intende per certificazione ambientale?
La certificazione ambientale è un processo mediante il quale un’azienda viene valutata e riconosciuta ufficialmente conforme a determinati standard ambientali stabiliti. L’obiettivo principale di questa pratica è dimostrare l’impegno nei confronti della sostenibilità ambientale e della gestione responsabile delle risorse. La certificazione può essere richiesta anche su specifici prodotti o servizi. In questo caso parliamo di certificazioni ambientali di prodotto. La certificazione ambientale di un prodotto tiene conto del processo produttivo, delle materie prime utilizzate, dei loro impatti ambientali, e monitora l’intero ciclo di vita del prodotto. Ottenere una certificazione ambientale implica un processo di valutazione dettagliato, che può coinvolgere audit sul campo, revisione della documentazione della propria attività e conformità a criteri specifici. Le aziende certificate possono utilizzare il marchio ottenuto per comunicare ai consumatori, ai partner commerciali, ai fornitori, agli investitori e al pubblico in generale il loro impegno concreto verso pratiche ambientali sostenibili.
Quanti tipi di certificazione ci sono?
Esistono moltissimi tipi di certificazione e tante dichiarazioni ambientali di prodotto. Possiamo identificare tre categorie principali nelle quali rientrano.
- ISO 14024: le certificazioni “vere e proprie”, nel senso più stringente del termine, rilasciate da enti terzi accreditati e volte a valutare con precisi criteri scientifici il rispetto di determinati criteri relativi ad esempio alla produzione dei rifiuti, al carbon footprint, al consumo di energia;
- ISO 14021: in questa categoria rientrano le autodichiarazioni; non è prevista la valutazione da parte di un ente esterno, in quanto è l’azienda stessa a garantire il rispetto di determinati requisiti o procedure (ad esempio se il packaging è riciclabile e in che modo e/o quantità);
- ISO 14025: in quest’ultima categoria rientrano invece le etichette ambientali, che riportano informazioni utili per gli acquirenti relativamente al ciclo di vita del prodotto (ad esempio, spesso sempre in relazione al packaging, l’acronimo FSC – Forest Stewardship Council, che attesta l’utilizzo di carta proveniente da foreste controllate).
Tra le certificazioni “specifiche” più diffuse possiamo citare a titolo di esempio Ecolabel, un marchio europeo registrato che attesta, secondo il Regolamento CE 66/2010, servizi e prodotti a basso impatto ambientale, e LCA – Life Cycle Assessment, una certificazione che punta la sua attenzione sulle diverse fasi del ciclo di vita del prodotto.
Che cos’è la certificazione ISO 14001?
La norma ISO 14001, tra le più note e diffuse, è uno standard internazionale che definisce i requisiti per l’implementazione di sistemi di gestione ambientale (SGA) efficaci all’interno di un’organizzazione. Questo standard è emesso dall’Organizzazione internazionale per la normazione (ISO) ed è progettato per aiutare le aziende a identificare, gestire, monitorare e migliorare i loro impatti ambientali. In pratica, questa certificazione – che può essere rilasciata solo da enti accreditati e indipendenti – non attesta necessariamente un basso impatto ambientale e non è una certificazione di prodotto, bensì di processo. Dimostra che un’azienda si sta impegnando per tenere sotto controllo il proprio impatto ambientale e per migliorare costantemente i singoli processi sotto questo punto di vista. La certificazione ISO 14001 segue il ciclo PDCA (Plan-Do-Check-Act), che è, appunto, un approccio di miglioramento continuo. Le organizzazioni pianificano le proprie attività ambientali, le implementano, monitorano e valutano i risultati, quindi agiscono per migliorare in modo continuativo.
Chi rilascia le certificazioni ambientali?
Le certificazioni ambientali vengono rilasciate da diverse organizzazioni accreditate e autorizzate, enti indipendenti che operano sulla base di precisi criteri e di standard internazionali o nazionali. Ecco alcune delle organizzazioni coinvolte nella certificazione ambientale in Italia.
- Accredia (Ente Italiano di Accreditamento): organismo nazionale di accreditamento che si occupa di accreditare “a monte” gli organismi di certificazione e di ispezione, confermando che operino in conformità con le norme e gli standard internazionali. In pratica, gli organismi accreditati da Accredia sono autorizzati a rilasciare certificazioni ambientali.
- ICEA (Istituto per la Certificazione Etica e Ambientale): un ente di certificazione ambientale e biologica che rilascia certificazioni per prodotti biologici, cosmetici naturali, e gestione ambientale secondo vari standard, inclusi quelli riguardanti la sostenibilità.
- DNV GL: una società di consulenza e certificazione con attività in vari settori, inclusa la gestione ambientale; ha una presenza globale ma fornisce servizi anche in Italia, aiutando le organizzazioni a raggiungere la conformità con standard come ISO 14001;
- Kiwa Cermet Italia: organismo di certificazione che offre servizi di certificazione in diversi settori, compresa la gestione ambientale; rilascia certificazioni secondo norme come ISO 14001.