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Terre Rare: cosa sono, l’elenco e dove si trovano

Le terre rare rappresentano uno dei gruppi di elementi chimici più cruciali per la tecnologia moderna, eppure rimangono tra i meno conosciuti dal grande pubblico.

Questi diciassette elementi metallici sono diventati il cuore pulsante dell’economia digitale, alimentando tutto, dagli smartphone ai motori elettrici, dalle turbine eoliche ai sistemi di difesa avanzati.

La loro importanza strategica è tale che molti esperti le definiscono “il petrolio del XXI secolo“, sottolineando come il controllo delle loro riserve e della loro produzione stia ridisegnando gli equilibri geopolitici globali.

Cosa sono le terre rare

Le terre rare, nonostante il nome suggerisca il contrario, non sono particolarmente rare nella crosta terrestre. Il termine “rare” deriva dalle difficoltà storiche nel separarle e purificarle, piuttosto che dalla loro scarsità geologica. Queste sostanze sono elementi metallici appartenenti al gruppo dei lantanidi, più due elementi aggiuntivi (scandio e ittrio) che condividono proprietà chimiche simili.

Dal punto di vista chimico, le terre rare sono caratterizzate da proprietà uniche che le rendono indispensabili per molte applicazioni tecnologiche moderne. Possiedono proprietà magnetiche, ottiche e catalitiche eccezionali, oltre a resistere alla corrosione e mantenere le loro caratteristiche anche a temperature estreme. Queste proprietà derivano dalla loro configurazione elettronica particolare, che coinvolge gli orbitali f, conferendo loro caratteristiche magnetiche e luminescenti uniche.

La scoperta delle terre rare risale al XVIII secolo, quando il chimico finlandese Johan Gadolin isolò il primo di questi elementi dall’itterbite, un minerale trovato in una cava vicino a Ytterby, in Svezia. Tuttavia, ci vollero decenni per identificare e separare tutti gli elementi del gruppo, un processo che si concluse solo nel XX secolo con l’identificazione del promezio nel 1945.

Elenco

Le diciassette terre rare si dividono tradizionalmente in due categorie principali: terre rare leggere e terre rare pesanti, classificate in base al loro peso atomico e alle loro proprietà chimiche.

Terre rare leggere (LREE)

  • Lantanio (La): Il capostipite della serie dei lantanidi, utilizzato principalmente nelle leghe metalliche ad alta resistenza e nei catalizzatori per il cracking petrolifero. È essenziale nella produzione di batterie ibride e nelle ottiche di precisione.
  • Cerio (Ce): L’elemento più abbondante tra le terre rare, rappresenta circa il 50% di tutto il gruppo. Viene utilizzato nei catalizzatori automobilistici, nei composti per lucidatura del vetro e come agente ossidante in varie applicazioni industriali.
  • Praseodimio (Pr): Utilizzato principalmente per creare magneti permanenti ad alta potenza, coloranti per vetro e ceramica, e leghe speciali per motori aeronautici.
  • Neodimio (Nd): Probabilmente la terra rara più conosciuta per il grande pubblico, è il componente principale dei magneti al neodimio, i più potenti magneti permanenti disponibili commercialmente. È fondamentale per hard disk, altoparlanti, generatori eolici e motori elettrici.
  • Promezio (Pm): L’unico elemento radioattivo tra le terre rare, utilizzato principalmente in applicazioni specializzate come batterie nucleari e come sorgente di radiazioni beta per strumenti di misurazione.
  • Samario (Sm): Utilizzato in magneti ad alta temperatura, catalizzatori e come assorbitore di neutroni nei reattori nucleari.
  • Europio (Eu): Essenziale per la produzione di fosfori rossi nei monitor e televisori, ed è un componente chiave nelle banconote europee come elemento di sicurezza anti-contraffazione.
  • Gadolinio (Gd): Utilizzato come agente di contrasto in risonanza magnetica, nei reattori nucleari come assorbitore di neutroni e in alcune applicazioni di refrigerazione magnetica.

Terre rare pesanti (HREE)

  • Terbio (Tb): Essenziale per i fosfori verdi nei dispositivi di visualizzazione e nei sistemi di illuminazione a risparmio energetico.
  • Disprosio (Dy): Critico per i magneti ad alta temperatura utilizzati nei veicoli elettrici e nelle turbine eoliche, dove deve mantenere le proprietà magnetiche anche a temperature elevate.
  • Olmio (Ho): Utilizzato in laser medicali specializzati e come standard di calibrazione magnetica.
  • Erbio (Er): Fondamentale nelle fibre ottiche per le telecomunicazioni, dove amplifica i segnali luminosi nelle reti internet globali.
  • Tulio (Tm): La terra rara più scarsa, utilizzata in laser medicali portatili e in alcune applicazioni di radiografia.
  • Itterbio (Yb): Utilizzato in leghe speciali, laser industriali e come dopante nelle fibre ottiche.
  • Lutezio (Lu): Il più costoso tra le terre rare, utilizzato principalmente in tomografia a emissione di positroni (PET) in medicina.

Elementi Aggiuntivi

  • Scandio (Sc): Tecnicamente non un lantanide, ma incluso nelle terre rare per le sue proprietà simili. È utilizzato in leghe ultraleggere per l’industria aerospaziale e in alcune lampade ad alta intensità.
  • Ittrio (Y): Utilizzato in fosfori per LED, laser industriali e superconduttori ad alta temperatura.

A cosa servono

Le applicazioni delle terre rare spaziano attraverso virtualmente ogni settore dell’economia moderna, rendendo questi elementi indispensabili per il progresso tecnologico e la transizione verso un’economia più sostenibile.

Tecnologia ed elettronica

Nell’industria elettronica, le terre rare sono componenti essenziali di smartphone, computer, televisori e sistemi audio.

Il neodimio è cruciale per i piccoli ma potenti altoparlanti degli smartphone, mentre l’europio e il terbio creano i colori rossi e verdi dei display.

L’ittrio è fondamentale per i LED che illuminano gli schermi, contribuendo all’efficienza energetica dei dispositivi moderni.

I dischi rigidi dei computer utilizzano magneti al neodimio per posizionare con precisione le testine di lettura, mentre le fibre ottiche che formano la spina dorsale di internet dipendono dall’erbio per amplificare i segnali luminosi su lunghe distanze.

Energia Rinnovabile

La transizione energetica verso fonti rinnovabili dipende criticamente dalle terre rare.

Le turbine eoliche utilizzano magneti permanenti al neodimio e disprosio nei loro generatori, permettendo una conversione efficiente dell’energia eolicain elettricità. Un singolo generatore eolico può contenere fino a 600 kg di terre rare.

I pannelli solari, sebbene non richiedano grandi quantità di terre rare, utilizzano questi elementi in alcuni tipi di celle fotovoltaiche avanzate e negli inverter che convertono la corrente continua in corrente alternata per l’energia solare.

Mobilità Elettrica

L’industria automobilistica sta attraversando una rivoluzione elettrica che dipende pesantemente dalle terre rare. I motori elettrici dei veicoli utilizzano magneti permanenti al neodimio per la loro compattezza ed efficienza. Le batterie agli ioni di litio, pur non contenendo terre rare in grandi quantità, spesso utilizzano lantanio nei catalizzatori per la loro produzione.

Un’auto elettrica tipica può contenere da 1 a 5 kg di terre rare, principalmente nei motori elettrici, nei sistemi di controllo e nei componenti elettronici avanzati.

Industria della difesa

Le applicazioni militari delle terre rare includono sistemi di guida missilistica, radar avanzati, sistemi di comunicazione satellitare e tecnologie stealth.

La precisione dei sistemi di armi moderne dipende spesso da componenti che utilizzano terre rare per le loro proprietà magnetiche e ottiche uniche.

Applicazioni mediche

In medicina, le terre rare sono utilizzate in strumentazioni diagnostiche avanzate.

Il gadolinio è un componente essenziale degli agenti di contrasto per la risonanza magnetica, mentre il lutezio è utilizzato nei detector PET per l’imaging medico. Alcuni laser chirurgicali utilizzano olmio ed erbio per procedure mediche di precisione.

Catalizzatori Industriali

Le terre rare sono catalizzatori essenziali in numerosi processi industriali. Il cerio è utilizzato nei catalizzatori automobilistici per ridurre le emissioni nocive, mentre il lantanio è impiegato nei processi di raffinazione del petrolio per produrre carburanti più puliti.

Dove si trovano le terre rare

La distribuzione geografica delle terre rare presenta una concentrazione significativa in poche aree del mondo, creando sfide geopolitiche e di sicurezza dell’approvvigionamento per molti paesi industrializzati.

Le principali riserve mondiali di terre rare sono concentrate in depositi di minerali come la bastnasite, la monazite e l’argilla contenente ioni di terre rare. Questi depositi si sono formati attraverso processi geologici complessi che hanno concentrato questi elementi in formazioni specifiche.

I principali minerali contenenti terre rare includono:

  • Bastnasite: Il minerale più importante commercialmente, contenente principalmente terre rare leggere
  • Monazite: Ricca di terre rare leggere e torio, spesso estratta come sottoprodotto di altre operazioni minerarie
  • Xenotime: Contiene principalmente terre rare pesanti
  • Argille ioniche: Particolarmente importanti per le terre rare pesanti, principalmente in Cina meridionale

La Cina domina sia la produzione che le riserve mondiali, controllando circa l’85-90% della produzione globale di terre rare. Questa dominanza deriva non solo dalle ricche riserve geologiche, ma anche dagli investimenti governativi significativi nell’industria mineraria e di trasformazione, oltre a politiche ambientali meno restrittive nel passato.

Gli Stati Uniti possiedono riserve significative, principalmente nella miniera di Mountain Pass in California, che è stata la principale fonte mondiale di terre rare fino agli anni ’80.

L’Australia ha importanti depositi, incluso il progetto Mount Weld, mentre il Brasile, l’India e il Canada possiedono riserve sostanziali ma poco sviluppate.

Quale paese ha più terre rare?

La Cina detiene la quota maggiore delle riserve mondiali di terre rare, con stime che indicano circa il 44% delle riserve globali note. Tuttavia, questa percentuale potrebbe essere sottostimata a causa della limitata esplorazione in altre regioni del mondo.

Le riserve cinesi sono distribuite principalmente in tre regioni chiave: la Mongolia Interna (ricca di terre rare leggere), le province meridionali come il Jiangxi e il Guangdong (specializzate in terre rare pesanti attraverso argille ioniche), e il Sichuan. La diversità geologica della Cina le permette di produrre sia terre rare leggere che pesanti, conferendole un vantaggio strategico unico.

Gli Stati Uniti seguono con circa il 13% delle riserve mondiali, concentrate principalmente nella miniera di Mountain Pass in California. Tuttavia, gli Stati Uniti hanno anche identificato potenziali depositi in Alaska, Wyoming e altri stati occidentali.

L’Australia possiede circa l’11% delle riserve globali, con il progetto Mount Weld in Australia Occidentale che rappresenta uno dei depositi più ricchi al mondo per qualità del minerale.

Ci Sono terre rare in Italia?

L’Italia non possiede riserve significative di terre rare nel senso tradizionale, ma presenta alcune interessanti opportunità e sfide nel settore. La ricerca geologica italiana ha identificato piccoli depositi in diverse regioni, principalmente associati a formazioni vulcaniche e metamorfiche.

Le Alpi meridionali, in particolare in alcune aree del Piemonte e della Lombardia, contengono tracce di terre rare associate a depositi metalliferi storici. Tuttavia, le concentrazioni sono generalmente troppo basse per essere economicamente sfruttabili con le tecnologie attuali.

La Sardegna presenta alcune formazioni geologiche che contengono terre rare, principalmente associate a pegmatiti e depositi idrotermali. Anche in questo caso, le concentrazioni sono modeste e non giustificano attualmente investimenti minerari su larga scala.

Un’opportunità più promettente per l’Italia riguarda il riciclaggio e il recupero di terre rare da rifiuti elettronici. L’Italia è uno dei maggiori produttori europei di rifiuti elettronici, e tecnologie avanzate di recupero potrebbero trasformare questi rifiuti in una fonte domestica di terre rare.

L’Università di Roma “La Sapienza” e altri istituti di ricerca italiani stanno sviluppando tecnologie innovative per l’estrazione di terre rare da fonti non convenzionali, inclusi fanghi industriali e ceneri volanti. Queste ricerche potrebbero aprire nuove possibilità per ridurre la dipendenza dalle importazioni.

Inoltre, l’Italia sta investendo in ricerca per lo sviluppo di materiali alternativi che potrebbero ridurre la dipendenza dalle terre rare in alcune applicazioni. Progetti di ricerca nazionali ed europei stanno esplorando nanotecnologie e materiali compositi che potrebbero sostituire le terre rare in applicazioni specifiche.

Sfide e prospettive

La crescente domanda di terre rare, guidata dalla transizione energetica e dall’innovazione tecnologica, presenta sfide significative per la sicurezza dell’approvvigionamento globale. La concentrazione della produzione in un singolo paese crea vulnerabilità geopolitiche e rischi di interruzione della catena di approvvigionamento.

L’impatto ambientale dell’estrazione di terre rare è un’altra preoccupazione critica. I processi di estrazione e raffinazione sono spesso associati a inquinamento del suolo e delle acque, oltre che alla produzione di rifiuti radioattivi. Questo ha portato molti paesi a sviluppare normative ambientali più stringenti, influenzando la competitività economica dell’estrazione.

Il riciclaggio delle terre rare rappresenta una frontiera importante per ridurre la dipendenza da nuove estrazioni. Tuttavia, le tecnologie di riciclaggio sono ancora in fase di sviluppo e spesso economicamente non competitive rispetto all’estrazione primaria.

La ricerca di materiali alternativi continua, ma le proprietà uniche delle terre rare rendono difficile trovare sostituti completamente equivalenti. In alcuni casi, come nei magneti permanenti, i ricercatori stanno sviluppando leghe che utilizzano quantità ridotte di terre rare critiche mantenendo prestazioni accettabili.

L’Europa e altri blocchi economici stanno sviluppando strategie per diversificare l’approvvigionamento di terre rare, inclusi investimenti in nuove miniere, partnership con paesi produttori alternativi e sviluppo di tecnologie di riciclaggio avanzate. Questo si inserisce nel più ampio contesto dell’European Green Deal e della transizione verso la sostenibilità.

La necessità di un approccio equilibrato

Le terre rare rappresentano un gruppo di elementi chimici che, nonostante la loro relativa abbondanza geologica, sono diventati critici per l’economia moderna e la transizione verso un futuro più sostenibile. La loro importanza strategica continuerà a crescere con l’espansione delle energie rinnovabili e dell’elettronica avanzata.

La concentrazione geografica della produzione e le sfide ambientali associate all’estrazione rendono necessario un approccio equilibrato che combini diversificazione dell’approvvigionamento, sviluppo di tecnologie di riciclaggio, ricerca di materiali alternativi e cooperazione internazionale.

Per l’Italia e l’Europa, investire in ricerca, tecnologie di riciclaggio e partnership strategiche rappresenta la via più promettente per garantire un accesso sicuro e sostenibile a questi elementi fondamentali per il futuro tecnologico e per il raggiungimento degli obiettivi di sviluppo sostenibile.