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Energia da biomasse: cos’è e come funziona

L’energia da biomasse rappresenta una delle forme più antiche di energia rinnovabile utilizzata dall’uomo, ma che oggi sta vivendo una rinascita tecnologica nel contesto della transizione ecologica verso la sostenibilità.

Questa fonte energetica, derivante da materiali organici di origine vegetale e animale, offre un contributo significativo al mix energetico rinnovabile, permettendo di convertire scarti agricoli, forestali e urbani in energia utile.

Con la crescente attenzione verso la riduzione delle emissioni di gas serra e l’indipendenza energetica, l’energia da biomasse si posiziona come una soluzione versatile e sostenibile, capace di fornire elettricità, calore e carburanti in modo continuo e programmabile.

Cosa sono le biomasse

Le biomasse sono materiali organici di origine biologica che possono essere utilizzati come fonte di energia.

Questa definizione comprende una vasta gamma di materiali: dai residui agricoli e forestali ai rifiuti organici urbani, dalle colture energetiche dedicate agli scarti dell’industria alimentare e del legno. La caratteristica fondamentale delle biomasse è la loro capacità di immagazzinare energia solare attraverso il processo di fotosintesi clorofilliana, che converte anidride carbonica e acqua in composti organici ricchi di energia.

Il ciclo del carbonio delle biomasse è considerato neutro dal punto di vista climatico: durante la crescita, le piante assorbono CO2 dall’atmosfera, che viene poi rilasciata durante la combustione o decomposizione. Questo ciclo chiuso rende le biomasse una fonte energetica rinnovabile, a condizione che vengano gestite in modo sostenibile e che il tasso di prelievo non superi quello di rigenerazione naturale.

Le biomasse si distinguono dalle fonti fossili per la loro origine recente e per il loro ciclo di carbonio rapido. Mentre i combustibili fossili hanno immagazzinato carbonio per milioni di anni, le biomasse rappresentano carbonio fissato in tempi relativamente brevi, da alcuni mesi a decenni. Questa differenza temporale è fondamentale per comprendere l’impatto climatico delle biomasse.

La sostenibilità delle biomasse dipende da diversi fattori: la provenienza del materiale, le modalità di coltivazione o raccolta, i processi di trasformazione e trasporto, e l’efficienza di conversione energetica. Biomasse derivanti da scarti e residui sono generalmente più sostenibili rispetto a quelle provenienti da colture dedicate che potrebbero competere con la produzione alimentare.

Quali sono i tre tipi principali di biomassa?

Le biomasse possono essere classificate in tre categorie principali basate sulla loro origine e caratteristiche, ciascuna con specifiche proprietà energetiche e modalità di utilizzo.

Biomasse legnose

Le biomasse legnose costituiscono la categoria più tradizionale e include tutto il materiale derivante da alberi e arbusti. Questa categoria comprende il legno da ardere, i residui forestali come rami e cortecce, i trucioli e segatura dall’industria del legno, e il legno di scarto da costruzioni e demolizioni.

Le biomasse legnose sono caratterizzate da un alto contenuto di cellulosa e lignina, che conferisce loro un elevato potere calorifico e una combustione stabile. Il contenuto di umidità varia significativamente e influenza l’efficienza energetica: legno fresco può contenere fino al 50% di acqua, mentre legno stagionato ha tipicamente il 15-20% di umidità.

La qualità energetica delle biomasse legnose dipende dalla specie arborea, dalle condizioni di crescita e dai processi di preparazione. Legni duri come quercia e faggio hanno generalmente un potere calorifico superiore rispetto ai legni dolci come pino e abete, ma questi ultimi si accendono più facilmente.

Biomasse erbacee e agricole

Questa categoria include residui di colture agricole, paglia di cereali, stocchi di mais, gusci di frutta secca, sansa di olive, e colture energetiche dedicate come miscanto, panico e sorgo zuccherino. Le biomasse agricole sono caratterizzate da cicli di produzione brevi e da composizioni chimiche variabili.

I residui agricoli rappresentano una risorsa significativa spesso sottoutilizzata. La paglia di cereali, ad esempio, è disponibile in grandi quantità dopo la raccolta e può essere utilizzata per produzione energetica senza competere con la produzione alimentare. Tuttavia, parte di questi residui dovrebbe rimanere nei campi per mantenere la fertilità del suolo e prevenire l’erosione.

Le colture energetiche dedicate sono piante coltivate specificamente per la produzione di energia. Queste colture sono selezionate per la loro elevata produttività di biomassa, la resistenza a condizioni climatiche avverse e la capacità di crescere su terreni marginali non adatti all’agricoltura sostenibile.

Biomasse di origine organica

Questa categoria comprende materiali organici di origine diversa: rifiuti organici urbani, reflui zootecnici, scarti dell’industria alimentare, alghe e in alcuni casi biomasse di origine animale. Questi materiali sono spesso caratterizzati da alto contenuto di umidità e presenza di altri composti organici oltre alla cellulosa.

I rifiuti organici urbani rappresentano una risorsa energetica significativa che può contribuire simultaneamente alla gestione dei rifiuti e alla produzione energetica. La frazione organica dei rifiuti solidi urbani può essere utilizzata per produzione di biogas attraverso digestione anaerobica.

I reflui zootecnici, in particolare quelli provenienti da allevamenti intensivi, rappresentano sia una sfida ambientale che un’opportunità energetica. La loro conversione in biogas attraverso digestione anaerobica permette di produrre energia riducendo simultaneamente l’impatto ambientale degli allevamenti.

Come si produce energia dalle biomasse?

La produzione di energia dalle biomasse avviene attraverso diversi processi di conversione che trasformano la materia organica in forme energetiche utilizzabili. Questi processi possono essere classificati in termochimici, biochimici e fisico-meccanici.

Processi termochimici

I processi termochimici utilizzano il calore per decomporre le biomasse e convertirle in energia. La combustione diretta è il processo più semplice e diffuso, dove le biomasse vengono bruciate in presenza di ossigeno per produrre calore, che può essere utilizzato direttamente o convertito in elettricità attraverso turbine a vapore.

La pirolisi avviene in assenza o carenza di ossigeno a temperature elevate (400-800°C), decomponendo le biomasse in gas combustibili, bio-olio e carbone vegetale. Questo processo permette di ottenere prodotti con maggiore densità energetica e facilità di trasporto rispetto alle biomasse originali.

La gassificazione opera a temperature molto elevate (800-1000°C) con quantità limitate di ossigeno, convertendo le biomasse in un gas di sintesi (syngas) composto principalmente da monossido di carbonio e idrogeno. Il syngas può essere utilizzato per produzione elettrica, termica o come materia prima per la sintesi di carburanti liquidi.

Processi biochimici

I processi biochimici utilizzano microrganismi per decomporre le biomasse e produrre energia. La digestione anaerobica è il processo più importante, dove batteri specifici decompongono la materia organica in assenza di ossigeno, producendo biogas ricco di metano.

La fermentazione alcolica converte zuccheri e amidi presenti nelle biomasse in etanolo attraverso l’azione di lieviti. Questo processo è ampiamente utilizzato per produzione di biocarburanti da colture zuccherine, cereali e biomasse cellulosiche.

La fermentazione di biomasse cellulosiche richiede processi più complessi per rompere la struttura della cellulosa e renderla accessibile agli enzimi fermentativi. Questo approccio permette di utilizzare residui agricoli e forestali per produzione di biocarburanti avanzati.

Processi fisico-meccanici

I processi fisico-meccanici preparano e migliorano le caratteristiche delle biomasse senza alterarne sostanzialmente la composizione chimica. La densificazione produce pellet o bricchetti che hanno maggiore densità energetica e migliori caratteristiche di stoccaggio e trasporto.

L’essiccazione riduce il contenuto di umidità delle biomasse, migliorando il potere calorifico e la stabilità durante lo stoccaggio. Questo processo è particolarmente importante per biomasse fresche con alto contenuto di acqua.

La torrefazione è un processo di pre-trattamento termico a temperature moderate (200-300°C) che migliora le caratteristiche energetiche delle biomasse, riducendo il contenuto di umidità e aumentando la densità energetica.

Quali sono le biomasse più utilizzate per produrre energia elettrica?

Le biomasse utilizzate per produzione di energia elettrica variano significativamente a seconda della disponibilità locale, delle tecnologie disponibili e delle politiche energetiche. Tuttavia, alcune tipologie si sono affermate come particolarmente adatte per questo scopo.

Residui forestali e dell’industria del legno

I residui forestali rappresentano una delle fonti più importanti per la produzione elettrica da biomasse. Questi includono rami, cortecce, legno di scarto da operazioni silviculturali e materiale derivante dalla pulizia forestale. L‘industria del legno produce grandi quantità di scarti come trucioli, segatura e ritagli che sono ideali per la produzione energetica.

Questi materiali hanno caratteristiche favorevoli per la combustione: potere calorifico elevato, basso contenuto di ceneri e combustione relativamente pulita. Inoltre, il loro utilizzo energetico non compete con altri usi e contribuisce alla gestione sostenibile delle foreste.

Residui agricoli

La paglia di cereali è una delle biomasse agricole più utilizzate per produzione elettrica, particolarmente in regioni con agricoltura intensiva. I residui di mais, inclusi stocchi e tutoli, rappresentano un’altra fonte significativa, specialmente in aree con grandi produzioni cerealicole.

I gusci e noccioli di frutta rappresentano biomasse di alta qualità con potere calorifico elevato e basso contenuto di ceneri. Gusci di mandorle, noci, nocciole e noccioli di olive sono particolarmente valorizzati per la produzione energetica.

Colture energetiche dedicate

Il pioppo e il salice a rotazione breve rappresentano colture forestali dedicate specificamente alla produzione energetica. Queste piante hanno crescita rapida, possono essere coltivate su terreni marginali e hanno caratteristiche energetiche favorevoli.

Graminacee perenni come miscanto, panico verga e arundo donax sono colture erbacee dedicate con alta produttività di biomassa e capacità di crescita su terreni non adatti all’agricoltura alimentare.

Frazione organica dei rifiuti

La frazione organica dei rifiuti solidi urbani rappresenta una risorsa crescente per la produzione elettrica, spesso attraverso digestione anaerobica seguita da combustione del biogas. Questo approccio combina gestione dei rifiuti e produzione energetica.

I fanghi di depurazione, opportunamente trattati e stabilizzati, possono essere utilizzati per produzione energetica, contribuendo alla gestione sostenibile dei reflui urbani.

Come funziona un impianto a biomassa?

Il funzionamento di un impianto a biomassa per produzione di energia elettrica segue un processo strutturato che inizia dalla preparazione del combustibile e culmina nella generazione e distribuzione dell’elettricità.

Sistema di alimentazione e preparazione

Il processo inizia con la ricezione e stoccaggio delle biomasse in aree dedicate, progettate per garantire la conservazione delle caratteristiche del combustibile e prevenire fermentazioni indesiderate. Le biomasse vengono quindi sottoposte a processi di preparazione che includono essiccazione, trituration e vagliatura per ottenere dimensioni uniformi adatte al sistema di combustione.

I sistemi di movimentazione trasportano le biomasse preparate dalla zona di stoccaggio al sistema di alimentazione della caldaia. Questi sistemi includono nastri trasportatori, coclee e sistemi pneumatici progettati per gestire le caratteristiche specifiche delle biomasse.

Sistema di combustione

Il cuore dell’impianto è il sistema di combustione, dove le biomasse vengono bruciate in condizioni controllate per massimizzare l’efficienza e minimizzare le emissioni. Le caldaie a biomasse utilizzano diverse tecnologie di combustione, dalla griglia mobile per biomasse grossolane ai letti fluidizzati per biomasse fini.

Il controllo della combustione è critico per l’efficienza dell’impianto. Sistemi automatici regolano il flusso di combustibile, l’aria di combustione e la temperatura per mantenere condizioni ottimali. La gestione dell’aria primaria e secondaria assicura combustione completa e riduce la formazione di inquinanti.

Generazione di vapore e produzione elettrica

Il calore prodotto dalla combustione genera vapore in una caldaia a tubi d’acqua. Il vapore ad alta pressione e temperatura viene inviato a turbine a vapore che convertono l’energia termica in energia meccanica. Le turbine sono accoppiate a generatori elettrici che producono l’elettricità.

Il vapore esausto dalle turbine viene condensato in condensatori raffreddati ad acqua o aria, completando il ciclo termodinamico. L’acqua condensata viene riciclata alla caldaia, mentre il calore residuo può essere recuperato per teleriscaldamento o altri usi termici.

Sistemi di controllo ambientale

Gli impianti a biomasse includono sistemi avanzati per il controllo delle emissioni. Sistemi di abbattimento delle polveri utilizzano filtri a maniche o precipitatori elettrostatici. Per il controllo degli ossidi di azoto si utilizzano tecniche di combustione a basse emissioni e sistemi di riduzione catalitica selettiva.

Il monitoraggio continuo delle emissioni assicura il rispetto dei limiti normativi. Sistemi automatici di acquisizione dati registrano parametri di combustione, emissioni e performance dell’impianto.

Vantaggi dell’energia da biomasse

L’energia da biomasse offre numerosi vantaggi che la rendono una componente importante del mix energetico rinnovabile, contribuendo simultaneamente a obiettivi energetici, ambientali ed economici.

Rinnovabilità e neutralità carbonica

Il principale vantaggio delle biomasse è la loro natura rinnovabile e il ciclo del carbonio neutro.

Le piante assorbono CO2 durante la crescita, che viene rilasciata durante la combustione, creando un ciclo chiuso che non aggiunge nuovo carbonio all’atmosfera. Questa caratteristica rende le biomasse uno strumento importante per la mitigazione dei cambiamenti climatici.

Disponibilità e costanza

A differenza di altre fonti rinnovabili come energia solare ed energia eolica, le biomasse possono essere stoccate e utilizzate quando necessario, fornendo energia programmabile e continua. Questa caratteristica le rende particolarmente preziose per garantire stabilità e flessibilità al sistema elettrico.

Gestione dei rifiuti e valorizzazione scarti

L’utilizzo energetico di biomasse contribuisce alla gestione sostenibile di residui agricoli, forestali e urbani che altrimenti potrebbero rappresentare problemi ambientali. La valorizzazione energetica di questi scarti crea valore economico da materiali precedentemente considerati rifiuti.

Sviluppo rurale e locale

La produzione di energia da biomasse può stimolare lo sviluppo economico delle aree rurali, creando opportunità di reddito per agricoltori e proprietari forestali. La filiera delle biomasse genera occupazione locale e contribuisce a mantenere vitalità economica nelle aree periferiche.

Diversificazione energetica

Le biomasse contribuiscono alla diversificazione del mix energetico, riducendo la dipendenza da combustibili fossili importati e migliorando la sicurezza energetica nazionale. Questa diversificazione è particolarmente importante per paesi con significanti risorse di biomassa.

Flessibilità tecnologica

Le tecnologie per biomasse sono mature e affidabili, con possibilità di applicazione a scale diverse, da piccoli impianti domestici a grandi centrali elettriche. Questa flessibilità permette di adattare le soluzioni alle specifiche esigenze locali.

Svantaggi dell’energia da biomasse

Nonostante i numerosi vantaggi, l’energia da biomasse presenta anche limitazioni e sfide che devono essere attentamente considerate per un utilizzo sostenibile.

Efficienza energetica limitata

L’efficienza di conversione delle biomasse in elettricità è generalmente inferiore rispetto ai combustibili fossili, tipicamente tra il 20-40% per impianti di piccola-media taglia. Questa limitazione è dovuta al contenuto di umidità e alle caratteristiche fisico-chimiche delle biomasse.

Emissioni e impatti ambientali

Sebbene considerate carbon-neutral, le biomasse producono comunque emissioni durante la combustione, incluse polveri, ossidi di azoto e composti organici. La gestione di queste emissioni richiede sistemi di controllo sofisticati che aumentano i costi dell’impianto.

Competizione con altri usi

L’utilizzo energetico delle biomasse può competere con altri usi importanti come la produzione alimentare, la conservazione del suolo e la protezione della biodiversità. Questa competizione richiede una pianificazione attenta per evitare impatti negativi su sicurezza alimentare e ambiente.

Costi di raccolta e trasporto

Le biomasse hanno generalmente bassa densità energetica, rendendo costosi raccolta, trasporto e stoccaggio. I costi logistici possono rappresentare una frazione significativa del costo totale dell’energia prodotta, particolarmente per biomasse disperse sul territorio.

Variabilità qualitativa

La qualità delle biomasse può variare significativamente a seconda della specie, delle condizioni di crescita, del periodo di raccolta e delle modalità di stoccaggio. Questa variabilità può influenzare l’efficienza e l’affidabilità dell’impianto energetico.

Stagionalità e disponibilità

Molte biomasse, particolarmente quelle agricole, sono disponibili stagionalmente, richiedendo capacità di stoccaggio significative per garantire alimentazione continua degli impianti. Lo stoccaggio a lungo termine può comportare perdite qualitative e rischi di deterioramento.

Impatti su biodiversità

L’intensificazione della produzione di biomasse, particolarmente attraverso monocolture energetiche, può avere impatti negativi sulla biodiversità locale. La conversione di habitat naturali per colture energetiche richiede valutazioni ambientali attente.

Un’energia da sfruttare

L’energia da biomasse rappresenta una componente importante e versatile del panorama delle energie rinnovabili, offrendo soluzioni per la produzione di elettricità, calore e carburanti in modo sostenibile. La sua capacità di valorizzare scarti e residui, garantire energia programmabile e contribuire allo sviluppo rurale la rende particolarmente attraente nel contesto della transizione energetica.

Tuttavia, il successo dell’energia da biomasse dipende da una gestione attenta e sostenibile delle risorse, che consideri gli impatti ambientali, la competizione con altri usi e la necessità di mantenere l’equilibrio degli ecosistemi. L’innovazione tecnologica continua a migliorare l’efficienza e ridurre gli impatti ambientali, mentre politiche appropriate possono garantire uno sviluppo sostenibile del settore.

Il futuro dell’energia da biomasse risiede nell’integrazione intelligente con altre fonti rinnovabili, nell’utilizzo prioritario di scarti e residui, e nello sviluppo di tecnologie avanzate che massimizzino i benefici minimizzando gli impatti. Con un approccio equilibrato e sostenibile, le biomasse possono continuare a contribuire significativamente agli obiettivi di decarbonizzazione e sostenibilità energetica globale.