Skip to content

Cos’è il sentimento della solastalgia?

La solastalgia è un sentimento di nostalgia, mancanza, frustrazione per la perdita del luogo al quale si è emotivamente più legati a causa della crisi climatica e delle attività umane: ecco come si manifesta e come gestirlo

 

 

Il mondo sta cambiando davanti ai nostri occhi a causa delle attività umane. Tutti lo sappiamo, ma chi osserva e vive in prima persona questo cambiamento nel territorio nel quale è nato e cresciuto, o che sente a sé più vicino, può manifestare ansia e depressione, un forte senso di impotenza, mancanza e frustrazione per un luogo che non è più quello di un tempo.

 

Si parla in questo caso di solastalgia, un sentimento di nostalgia e sofferenza emotiva che – differenza della semplice nostalgia – non è legato a un luogo lontano nel tempo o nello spazio, ma ad un disagio vissuto nel presente, in relazione a un ambiente che cambia e non è più riconoscibile.

 

Fenomeni come la crisi climatica (e le conseguenti alluvioni, siccità e ondate di calore), la deforestazione, la cementificazione, l’inquinamento e la perdita di biodiversità possono scatenare questo sentimento di alienazione e perdita, facendo sentire le persone impotenti e disorientate.

 

Non bisogna però pensare che la solastalgia sia un fenomeno legato esclusivamente ai grandi mutamenti globali, al contrario può essere causata anche da cambiamenti apparentemente meno eclatanti: un bosco dietro casa che non c’è più, un ambiente alpino in cui la neve è ormai solo un ricordo, un viale alberato trasformato in un parcheggio.

 

Le situazioni in cui si manifestano solastalgia e ansia climatica possono essere molteplici. Vediamo di capire meglio in che cosa consistono questi problemi legati alla salute mentale e come affrontarli.

 

L’origine del termine solastalgia

Il termine solastalgia è stato coniato nel 2003 dal filosofo australiano Glenn Albrecht, combinando le parole latine e greche solacium (conforto) e algia (dolore). È quindi un termine piuttosto recente, un neologismo nato nel momento in cui la crisi climatica è diventata un’evidenza diffusa, impossibile da ignorare.

 

Il concetto è stato sviluppato e approfondito studiando le comunità della Hunter Valley in Australia, un’area devastata dall’attività mineraria, dove gli abitanti provavano una sensazione di dolore e alienazione pur continuando a vivere nei loro territori.

 

Albrecht paragonò questo sentimento a quello provato dalle popolazioni indigene, come gli Aborigeni australiani e i Navajo, che hanno sperimentato un trauma simile dopo essere stati allontanati dalla loro terra. La solastalgia, tuttavia, può colpire chiunque viva un cambiamento drastico del proprio ambiente, sia esso causato dalla natura o dall’uomo.

 

Solastalgia e cambiamenti climatici

La solastalgia è strettamente legata ai cambiamenti climatici e agli effetti della crisi ambientale. L’alterazione del clima e degli ecosistemi può portare a una profonda sofferenza psicologica, con un impatto diretto sulla salute mentale di chi assiste a questi cambiamenti.

 

Esempi di eventi che possono causare solastalgia:

  • Disastri naturali: alluvioni, incendi, siccità prolungate e tempeste tropicali.
  • Perdita di paesaggi familiari: foreste abbattute, ghiacciai che si sciolgono, spiagge erose dall’innalzamento del mare.
  • Scomparsa di specie animali e vegetali: perdita di biodiversità che altera l’ecosistema locale.
  • Urbanizzazione e degrado ambientale: distruzione di aree verdi, inquinamento e cementificazione.

Questi eventi possono avere un impatto devastante su chi ha un forte legame emotivo con il proprio ambiente, come agricoltori, comunità indigene, abitanti delle zone costiere o delle montagne.

 

Gli effetti della solastalgia sulla salute mentale

La solastalgia non è solo un concetto filosofico, ma un vero e proprio fenomeno psicologico che può portare a sintomi a breve e lungo termine.

 

Sintomi della solastalgia

 

  • Senso di perdita e nostalgia per il luogo che non è più lo stesso.
  • Ansia e stress legati ai cambiamenti ambientali percepiti come irreversibili.
  • Depressione e impotenza nel non poter fermare il degrado dell’ambiente.
  • Alienazione e senso di disconnessione dal territorio.
  • Disturbi del sonno e difficoltà di concentrazione.
  • Aumento dell’aggressività o del senso di frustrazione.

 

Gli effetti della solastalgia non riguardano solo il singolo individuo, ma possono avere ripercussioni sociali, portando a un aumento delle tensioni nelle comunità colpite da eventi ambientali estremi.

 

Chi è più vulnerabile alla solastalgia?

Anche se la solastalgia può colpire chiunque, alcuni gruppi sono particolarmente a rischio:

 

  • Giovani e bambini: sempre più preoccupati per il futuro del pianeta, possono sviluppare forme di ansia climatica.
  • Agricoltori e pescatori: il cui lavoro dipende dalla stabilità climatica e dalla salute degli ecosistemi.
  • Comunità indigene: che vedono il loro legame millenario con la terra spezzato da deforestazione e industrializzazione.
  • Residenti di aree colpite da disastri ambientali: che vivono in prima persona la distruzione del loro ambiente.

 

Secondo alcuni studi, i giovani sono particolarmente sensibili alla solastalgia, con il 45% dei bambini che sviluppa sintomi di ansia o depressione dopo eventi meteorologici estremi.

 

Solastalgia vs. eco-ansia: quali differenze?

La solastalgia e l’eco-ansia sono due fenomeni collegati, ma con una differenza fondamentale:

 

  • La solastalgia è legata al cambiamento percepito di un ambiente familiare e alla sua trasformazione.
  • L’eco-ansia, invece, è la paura generale per il futuro del pianeta e per gli effetti a lungo termine della crisi climatica.

 

Entrambi i fenomeni possono portare a disagio psicologico, ma mentre la solastalgia è un sentimento più localizzato e personale, l’eco-ansia è una preoccupazione più ampia e globale, si tratta di un disagio che tutti possono provare, indipendentemente dall’essere o meno protagonisti diretti dei cambiamenti climatici.

 

Infatti, in un modo o nell’altro, tutti ne subiamo le conseguenze, anche se in alcuni casi è meno facile accorgersene. Sempre più persone ne sono però consapevoli – soprattutto i giovani – e provano un profondo sconforto nell’assistere ai danni causati all’ambiente dall’azione umana. Sconforto che può tradursi in una vera e propria forma d’ansia, legata all’incertezza per il proprio futuro o quello dei propri figli. In questo caso quindi non parliamo tanto di una forma di nostalgia, quanto di una preoccupazione concreta che può causare depressione o stati ansiosi.

 

Come affrontare la solastalgia?

Affrontare la solastalgia non è semplice, ma esistono alcune strategie che possono aiutare a ridurre il senso di impotenza e migliorare il benessere emotivo.

 

1. Informarsi in modo consapevole

Essere informati sulla crisi climatica è importante, ma è essenziale evitare il sovraccarico di notizie negative, che può aumentare il senso di ansia. Leggere fonti affidabili e concentrarsi anche sulle soluzioni può essere d’aiuto.

 

2. Agire in prima persona

Adottare comportamenti sostenibili aiuta a ridurre il senso di impotenza:

 

  • Ridurre il consumo di plastica e limitare gli sprechi.
  • Sostenere aziende con politiche ambientali trasparenti.
  • Partecipare a iniziative locali per la tutela dell’ambiente.

 

3. Partecipare ad attività di volontariato ambientale

Aiutare attivamente il proprio territorio prendendo parte a programmi di volontariato ambientale può avere un impatto positivo sulla salute mentale, riducendo la solastalgia.

Piantare alberi, pulire spiagge o partecipare a gruppi ecologisti può restituire un senso di controllo e speranza.

 

4. Condividere il proprio disagio

Parlare con amici, familiari o gruppi di supporto sulle preoccupazioni ambientali può ridurre il senso di isolamento. Esistono anche terapie di gruppo specifiche per l’eco-ansia e la solastalgia.

 

5. Ritrovare il contatto con la natura

Passare del tempo all’aria aperta, fare passeggiate nei boschi, praticare yoga o meditazione in ambienti naturali può aiutare a ritrovare un senso di pace interiore.

 

6. Consultare un esperto

Se la solastalgia diventa troppo opprimente, parlare con un professionista può essere la scelta migliore. Esistono psicologi specializzati in eco-ansia e traumi ambientali.