La dichiarazione non finanziaria (DNF) rappresenta uno strumento fondamentale per la trasparenza aziendale sui temi di sostenibilità, introdotto dalla normativa europea e recepito in Italia con il D.Lgs. 254/2016.
Con l’evoluzione del panorama normativo verso la Corporate Sustainability Reporting Directive e l’importanza crescente dei criteri ESG, comprendere gli obblighi e le opportunità della DNF diventa essenziale per le aziende che vogliono navigare con successo la transizione ecologica e costruire una strategia di sostenibilità aziendale efficace.
Cosa sono le dichiarazioni non finanziarie
La dichiarazione non finanziaria è un documento obbligatorio che le aziende di grandi dimensioni devono redigere per comunicare le informazioni relative alle politiche, ai rischi e ai risultati dell’impresa riguardo alle questioni ambientali, sociali, attinenti al personale, al rispetto dei diritti umani e alla lotta contro la corruzione attiva e passiva.
Origine normativa
La DNF nasce dalla Direttiva 2014/95/UE, nota come “Non-Financial Reporting Directive” (NFRD), che ha modificato la Direttiva 2013/34/UE relativa ai bilanci d’esercizio.
L’obiettivo principale è aumentare la trasparenza e la responsabilità delle grandi imprese sui temi di sostenibilità, fornendo agli stakeholder informazioni comparabili e affidabili sulle performance ESG.
Finalità della dichiarazione
La dichiarazione non finanziaria persegue diversi obiettivi strategici:
- Trasparenza informativa: Fornire agli stakeholder informazioni chiare e complete sull’impatto ambientale e sociale dell’azienda, facilitando decisioni di investimento e consumo più consapevoli.
- Accountability: Rendere le aziende responsabili delle proprie azioni e del loro impatto sulla società e sull’ambiente, promuovendo pratiche aziendali più sostenibili.
- Comparabilità: Creare un framework comune che permetta il confronto tra diverse aziende sui temi ESG, supportando analisi di mercato e valutazioni competitive.
- Integrazione strategica: Stimolare l’integrazione dei fattori ESG nella strategia aziendale e nei processi decisionali, contribuendo alla creazione di valore a lungo termine.
Cos’è la DNF: contenuti e struttura
La DNF deve contenere informazioni specifiche e strutturate secondo le indicazioni normative, coprendo cinque aree tematiche fondamentali:
Aree tematiche obbligatorie
- Questioni ambientali: Informazioni dettagliate sull’impatto ambientale delle attività aziendali, inclusi consumi energetici, Carbon Footprint, gestione dei rifiuti, utilizzo delle risorse idriche e strategie di decarbonizzazione. Particolare attenzione deve essere data agli obiettivi di riduzione delle emissioni e ai piani per raggiungere il Net Zero.
- Questioni sociali e attinenti al personale: Politiche e pratiche relative a salute e sicurezza sul lavoro, sviluppo delle competenze, diversità e inclusione, welfare aziendale e relazioni industriali. Include anche l’impegno dell’azienda verso la sostenibilità sociale e il benessere dei dipendenti.
- Rispetto dei diritti umani: Politiche aziendali per la tutela dei diritti umani lungo tutta la catena del valore, incluse le procedure di due diligence e la gestione dei rischi relativi ai diritti umani.
- Lotta contro la corruzione: Sistemi di prevenzione e contrasto della corruzione, codici etici, formazione del personale e meccanismi di segnalazione delle violazioni.
- Questioni relative alla diversità: Informazioni sulla composizione degli organi di amministrazione e controllo riguardo alla diversità di genere, età, percorso formativo e professionale.
Principi di redazione
La dichiarazione non finanziaria deve rispettare specifici principi di redazione:
- Materialità: Focus sui temi più rilevanti per il business e per gli stakeholder, identificati attraverso un’analisi di materialità strutturata.
- Completezza: Copertura di tutti gli aspetti significativi delle aree tematiche obbligatorie, senza omissioni rilevanti.
- Accuratezza: Informazioni precise e verificabili, supportate da dati quantitativi quando possibile.
- Equilibrio: Presentazione bilanciata che includa sia i risultati positivi che le sfide e le aree di miglioramento.
- Comparabilità: Utilizzo di standard e framework riconosciuti per facilitare il confronto temporale e con altre aziende.
- Chiarezza: Linguaggio comprensibile e struttura logica che faciliti la lettura e l’interpretazione da parte degli stakeholder.
Chi è obbligato alla dichiarazione non finanziaria
L’obbligo di redazione della dichiarazione non finanziaria in Italia si applica a specifiche categorie di enti, definite dall’art. 3 del D.Lgs. 254/2016:
Enti di interesse pubblico di grandi dimensioni
- Società quotate: Società emittenti valori mobiliari ammessi alla negoziazione su mercati regolamentati italiani o di altri Stati membri dell’UE.
- Banche: Tutte le banche, indipendentemente dalla quotazione, che superano le soglie dimensionali previste.
- Imprese di assicurazione: Compagnie assicurative e riassicurative che rientrano nei parametri dimensionali stabiliti.
- Enti creditizi: Istituti di credito e altri enti finanziari soggetti alla vigilanza di Banca d’Italia.
Soglie dimensionali
Per essere soggetti all’obbligo, gli enti devono superare tutti i seguenti parametri alla data di chiusura del bilancio:
- Numero medio di dipendenti: Superiore a 500 unità durante l’esercizio
- Totale di stato patrimoniale: Superiore a 20 milioni di euro
- Ricavi netti delle vendite e delle prestazioni: Superiori a 40 milioni di euro
- Calcolo aggregato: Per i gruppi, i parametri si calcolano su base consolidata, considerando la capogruppo e tutte le società controllate.
Enti controllati
L’obbligo si estende anche agli enti controllati da quelli principali, se a loro volta superano le soglie dimensionali o se sono considerati rilevanti per la comprensione dell’impatto del gruppo sui temi ESG.
Esenzioni e deroghe
- Le società controllate possono essere esentate dall’obbligo se la capogruppo redige una DNF consolidata che include le informazioni rilevanti delle controllate.
- Le PMI non sono soggette all’obbligo, ma possono volontariamente redigere una dichiarazione non finanziaria per beneficiare dei vantaggi reputazionali e commerciali.
Chi approva la dichiarazione non finanziaria
L’approvazione della dichiarazione non finanziaria segue un processo strutturato che coinvolge diversi organi aziendali:
Processo di approvazione
- Consiglio di Amministrazione: La DNF deve essere approvata dall’organo di amministrazione dell’ente con la stessa procedura prevista per il progetto di bilancio d’esercizio. Questo garantisce il massimo livello di responsabilità e commitment da parte del management.
- Tempistiche: L’approvazione deve avvenire entro la stessa data limite prevista per l’approvazione del progetto di bilancio d’esercizio (tipicamente entro 4 mesi dalla chiusura dell’esercizio).
- Deliberazione formale: L’approvazione deve essere formalizzata con specifica deliberazione che attesti la conformità della DNF ai requisiti normativi e la sua coerenza con le strategie aziendali.
Controlli e verifiche
- Organo di controllo: L’organo di controllo (collegio sindacale o comitato per il controllo sulla gestione) deve verificare che la DNF sia stata redatta in conformità alla normativa vigente.
- Società di revisione: È obbligatoria la verifica di conformità da parte del soggetto incaricato della revisione legale dei conti o di altro soggetto autorizzato, che deve attestare la presenza delle informazioni richieste dalla normativa.
- Assurance esterna: Molte aziende scelgono di sottoporre la DNF a verifiche di terza parte più approfondite (limited o reasonable assurance) per aumentare la credibilità del documento.
Pubblicazione e deposito
La DNF deve essere depositata presso il Registro delle Imprese insieme al bilancio d’esercizio. Molte aziende pubblicano la DNF sul proprio sito internet per garantire massima accessibilità agli stakeholder.
La dichiarazione non finanziaria, inoltre, può essere integrata nel bilancio di sostenibilità aziendale o nella rendicontazione di sostenibilità più ampia dell’organizzazione.
Qual è la differenza tra dichiarazione non finanziaria e bilancio di sostenibilità
La distinzione tra dichiarazione non finanziaria e bilancio di sostenibilità è fondamentale per comprendere gli obblighi normativi e le opportunità comunicative:
Dichiarazione non finanziaria
- Natura: Documento obbligatorio per legge con contenuti minimi stabiliti dalla normativa.
- Obiettivo: Compliance normativa e trasparenza informativa sui temi ESG secondo parametri standardizzati.
- Contenuti: Focus sulle cinque aree tematiche obbligatorie con informazioni essenziali richieste dalla legge.
- Struttura: Formato relativamente rigido definito dalle linee guida normative e dalle best practice consolidate.
- Verifiche: Controllo obbligatorio di conformità da parte del revisore legale o soggetto autorizzato.
- Periodicità: Annuale, con deposito contestuale al bilancio d’esercizio.
- Target: Principalmente investitori, analisti finanziari e autorità di vigilanza.
Bilancio di sostenibilità
- Natura: Documento volontario di rendicontazione della sostenibilità con maggiore flessibilità contenutistica.
- Obiettivo: Comunicazione strategica completa delle performance ESG e dell’impatto aziendale.
- Contenuti: Informazioni più ampie e dettagliate che vanno oltre i requisiti minimi della DNF, spesso seguendo standard come Standard GRI o European Sustainability Reporting Standards ESRS.
- Struttura: Formato flessibile e personalizzabile in base agli obiettivi comunicativi e ai target di riferimento.
- Verifiche: Assurance esterna volontaria, spesso più approfondita della semplice verifica di conformità.
- Periodicità: Generalmente annuale, ma con tempistiche flessibili definite dall’azienda.
- Target: Stakeholder ampio che include clienti, dipendenti, comunità locali, NGO, oltre agli investitori.
Aspetto | Dichiarazione Non Finanziaria | Bilancio di Sostenibilità |
---|---|---|
Natura | Documento obbligatorio per legge con contenuti minimi stabiliti dalla normativa | Documento volontario di rendicontazione della sostenibilità con maggiore flessibilità contenutistica |
Obiettivo | Compliance normativa e trasparenza informativa sui temi ESG secondo parametri standardizzati | Comunicazione strategica completa delle performance ESG e dell’impatto aziendale |
Contenuti | Focus sulle cinque aree tematiche obbligatorie con informazioni essenziali richieste dalla legge | Informazioni più ampie e dettagliate che vanno oltre i requisiti minimi della DNF, spesso seguendo standard come GRI o ESRS |
Struttura | Formato relativamente rigido definito dalle linee guida normative e dalle best practice consolidate | Formato flessibile e personalizzabile in base agli obiettivi comunicativi e ai target di riferimento |
Verifiche | Controllo obbligatorio di conformità da parte del revisore legale o soggetto autorizzato | Assurance esterna volontaria, spesso più approfondita della semplice verifica di conformità |
Periodicità | Annuale, con deposito contestuale al bilancio d’esercizio | Generalmente annuale, ma con tempistiche flessibili definite dall’azienda |
Target | Principalmente investitori, analisti finanziari e autorità di vigilanza | Stakeholder ampio che include clienti, dipendenti, comunità locali, NGO, oltre agli investitori |
Relazioni e integrazione
- Complementarità: Molte aziende utilizzano il bilancio di sostenibilità come documento principale che incorpora e amplia i contenuti della DNF.
- Evoluzione normativa: Con la Corporate Sustainability Reporting Directive, la distinzione tenderà a ridursi, con requisiti più dettagliati anche per il reporting obbligatorio.
- Strategie integrate: Le aziende più avanzate sviluppano strategie di comunicazione integrate che utilizzano entrambi gli strumenti in modo sinergico.
Standard e framework di riferimento
Standard internazionali applicabili
- Global Reporting Initiative (GRI): Gli Standard GRI rappresentano il framework più utilizzato a livello globale per la rendicontazione di sostenibilità e sono frequentemente adottati per la redazione della DNF.
- Sustainability Accounting Standards Board (SASB): Standard settoriali che forniscono metriche specifiche per industria, particolarmente apprezzati dagli investitori.
- Integrated Reporting: Framework che promuove l’integrazione tra informazioni finanziarie e non finanziarie per una visione olistica della creazione di valore.
- Task Force on Climate-related Financial Disclosures (TCFD): Raccomandazioni specifiche per la disclosure dei rischi climatici, sempre più rilevanti per la DNF.
Evoluzione verso la CSRD
La Corporate Sustainability Reporting Directive introdurrà cambiamenti significativi:
- Ampliamento dell’ambito: Estensione dell’obbligo a circa 50.000 aziende nell’UE (rispetto alle attuali 11.000).
- Standard armonizzati: Utilizzo obbligatorio degli European Sustainability Reporting Standards ESRS per garantire comparabilità.
- Doppia materialità: Introduzione del concetto di doppia materialità che considera sia l’impatto dell’azienda sull’ambiente che i rischi ESG per l’azienda.
- Assurance obbligatoria: Verifiche esterne più rigorose per garantire l’affidabilità delle informazioni.
Vantaggi strategici della DNF
Benefici reputazionali
- Trasparenza: Dimostrare impegno concreto verso la sostenibilità attraverso comunicazione strutturata e verificabile.
- Credibilità: Rafforzare la fiducia degli stakeholder attraverso informazioni validate e comparabili.
- Positioning: Posizionarsi come leader di settore sui temi ESG e nella comunicare la sostenibilità aziendale.
Vantaggi operativi
- Gestione del rischio: Migliore identificazione e gestione dei rischi ESG attraverso processi strutturati di analisi e reporting.
- Efficienza operativa: Identificazione di opportunità di efficientamento energetico aziendale e riduzione dei costi attraverso l’analisi sistematica delle performance.
- Engagement interno: Maggiore coinvolgimento dei dipendenti sui temi di sostenibilità attraverso obiettivi chiari e comunicazione trasparente.
Vantaggi finanziari
- Accesso ai capitali: Facilitare l’accesso a investimenti ESG e finanziamenti sostenibili attraverso maggiore trasparenza.
- Riduzione del costo del capitale: Potenziale riduzione del costo del capitale grazie a migliore gestione dei rischi ESG.
- Valore azionario: Contribuire alla creazione di valore a lungo termine attraverso gestione sostenibile del business.
Sfide e criticità
Complessità operativa
- Raccolta dati: Difficoltà nel raccogliere dati ESG affidabili e completi lungo tutta la catena del valore.
- Competenze specialistiche: Necessità di sviluppare competenze interne specifiche, spesso attraverso figure come il Sustainability Manager o il Chief Sustainability Officer.
- Sistemi informativi: Implementazione di sistemi IT dedicati per la gestione e il controllo dei dati ESG.
Costi e risorse
- Investimenti iniziali: Costi significativi per l’implementazione dei processi e sistemi necessari alla redazione della DNF.
- Risorse continuative: Necessità di allocare risorse dedicate per il mantenimento e l’aggiornamento continuo dei processi.
- Verifiche esterne: Costi aggiuntivi per le verifiche di conformità e le eventuali assurance volontarie.
Rischi di compliance
- Sanzioni: Rischio di sanzioni amministrative in caso di mancata redazione o deposito della DNF.
- Rischi reputazionali: Potenziali danni reputazionali in caso di greenwashing o informazioni non accurate.
- Evoluzione normativa: Necessità di adattamento continuo alle modifiche normative e ai nuovi standard.
Supporto professionale e competenze
Competenze interne necessarie
- Team multidisciplinare: Coinvolgimento di diverse funzioni aziendali (sustainability, finance, legal, HR, operations) per garantire completezza e accuratezza.
- Formazione continua: Investimento in corsi di formazione sostenibilità per sviluppare competenze specifiche.
- Leadership commitment: Impegno del top management per garantire risorse adeguate e integrazione strategica.
Supporto esterno
- Consulenza specialistica: Supporto di Sustainability Consultant per la progettazione e implementazione dei processi.
- Servizi di assurance: Coinvolgimento di società di revisione specializzate per verifiche di conformità e assurance volontarie.
- Formazione professionale: Utilizzo di programmi formativi esterni per sviluppare competenze specifiche nel team interno.
Prospettive future
La dichiarazione non finanziaria rappresenta molto più di un semplice adempimento normativo: è uno strumento strategico per la trasparenza, la gestione del rischio e la creazione di valore sostenibile.
Con l’evoluzione del panorama normativo europeo e la crescente attenzione degli investitori e dei consumatori verso i temi ESG, la DNF diventa un elemento centrale della strategia aziendale per costruire fiducia, accedere ai capitali e competere efficacemente nel mercato della sostenibilità. Le aziende che investono nella qualità e nella completezza della propria rendicontazione non finanziaria si posizionano favorevolmente per cogliere le opportunità della transizione ecologica e costruire resilienza a lungo termine.