Il Clean Industrial Deal rappresenta una delle iniziative più significative dell’Unione Europea nel campo della politica industriale e ambientale degli ultimi anni.
Presentato ufficialmente dalla Commissione Europea il 26 febbraio 2025, questo ambizioso piano mira a trasformare l’economia europea, rendendo la decarbonizzazione un potente motore di crescita per le industrie europee, mantenendo al contempo la competitività del continente in un contesto globale sempre più sfidante.
Che cos’è il Clean Industrial Deal
Il Clean Industrial Deal è un piano d’azione strategico dell’Unione Europea che punta a supportare la competitività e la resilienza dell’industria europea, accelerando contemporaneamente il processo di decarbonizzazione.
Può essere considerato l’evoluzione naturale del European Green Deal, adattato alle nuove sfide economiche e geopolitiche che l’Europa si trova ad affrontare.
Questo piano integra diverse iniziative precedenti, tra cui il Green Deal Europeo lanciato nel 2019 e il piano REPowerEU, formulando una strategia complessiva che mira a posizionare l’Europa come leader nella produzione industriale sostenibile, pur mantenendo un forte focus sulla competitività globale.
Il Clean Industrial Deal si concentra principalmente su due settori strettamente collegati:
- Industrie ad alta intensità energetica che necessitano di supporto urgente per decarbonizzare ed elettrificare i loro processi produttivi, affrontando al contempo l’alta struttura dei costi energetici europei
- Tecnologie pulite (clean tech), considerate fondamentali per la competitività futura e la trasformazione industriale dell’Europa
La Commissione Europea, guidata dalla Presidente Ursula von der Leyen, ha posto il Clean Industrial Deal tra le priorità dei primi 100 giorni del suo secondo mandato, sottolineando l’importanza strategica di questa iniziativa per il futuro economico del continente.
Quali sono i sei pilastri fondamentali del Clean Industrial Deal
Il Clean Industrial Deal si basa su sei pilastri fondamentali, ciascuno con obiettivi e iniziative specifiche:
1. Energia accessibile
Il primo pilastro è incentrato sulla riduzione dei costi energetici per industrie, imprese e famiglie. L’energia a prezzi accessibili è infatti considerata la base della competitività industriale europea. Le principali iniziative in questo ambito includono:
- Un programma pilota per i corporate Power Purchase Agreements (PPAs), lanciato in collaborazione con la Banca Europea per gli Investimenti, per facilitare contratti a lungo termine per l’acquisto di energia rinnovabile
- Un “pacchetto per la produzione di reti” (grids manufacturing package) per affrontare le carenze nelle infrastrutture di trasmissione europee
- Una revisione della tassazione energetica per ridurre le imposte sull’elettricità e incentivare le fonti rinnovabili come l’energia eolica e l’energia solare
- Nuove regole per il mercato del gas con l’istituzione di una task force specifica per prevenire speculazioni
2. Lead markets (mercati guida)
Il secondo pilastro si concentra sullo sviluppo della domanda di prodotti e tecnologie pulite “made in Europe”. Comprende:
- L’Industrial Decarbonisation Accelerator Act, che introduce criteri di sostenibilità, resilienza e preferenza europea negli appalti pubblici e privati
- L’introduzione di un’etichetta volontaria di intensità di carbonio per prodotti industriali, a partire dall’acciaio nel 2025, seguita dal cemento
- Una revisione del quadro degli appalti pubblici prevista per il 2026
- La semplificazione delle procedure di autorizzazione per progetti industriali di decarbonizzazione
3. Finanziamenti
Il terzo pilastro mira a mobilitare oltre 100 miliardi di euro per sostenere la produzione pulita nell’UE. Le principali iniziative includono:
- Una banca per la decarbonizzazione industriale, con l’obiettivo di fornire 100 miliardi di euro di finanziamenti provenienti dal Fondo per l’innovazione e dai proventi del sistema ETS
- Un quadro specifico per gli aiuti di Stato nell’ambito del Clean Industrial Deal
- Modifiche al regolamento InvestEU per aumentare le garanzie finanziarie a sostegno degli investimenti
- Specifici bandi nell’ambito di Horizon Europe per stimolare la ricerca e l’innovazione
4. Materie prime critiche e circolarità
Il quarto pilastro si concentra sulla sicurezza dell’approvvigionamento di materie prime critiche e sull’integrazione della circolarità nella strategia di decarbonizzazione, con iniziative quali:
- Un meccanismo che consente alle aziende europee di aggregare la loro domanda di materie prime critiche
- Un centro europeo per l’acquisto congiunto di materie prime
- Un Circular Economy Act previsto per il 2026, con l’obiettivo di raggiungere il 24% di materiali circolari entro il 2030, allineandosi ai principi della blue economy
- Misure per ridurre la dipendenza da fornitori esteri inaffidabili
5. Commercio e competitività globale
Il quinto pilastro è dedicato alle relazioni commerciali internazionali e alla protezione dell’industria europea dalla concorrenza sleale:
- Semplificazione e rafforzamento del meccanismo di adeguamento del carbonio alla frontiera (CBAM)
- Sviluppo di partenariati industriali internazionali nel campo delle tecnologie pulite
- Protezione del mercato unico dalle pratiche commerciali sleali come il greenwashing
- Creazione di nuovi accordi commerciali favorevoli alla transizione ecologica come previsto dal regolamento CBAM
6. Competenze e forza lavoro
Il sesto pilastro si concentra sullo sviluppo delle competenze necessarie per l’industria pulita, riconoscendo che tra il 35% e il 40% di tutti i posti di lavoro potrebbero essere interessati dalla transizione verde (scopri i principali Green jobs):
- Iniziativa “Unione delle Competenze” con programmi specifici per settori strategici
- Accademie dell’industria a zero emissioni nette per programmi di riqualificazione
- Rafforzamento dei programmi educativi e formativi nell’ambito di Erasmus+, con finanziamenti fino a 90 milioni di euro
- Misure per facilitare l’accesso di cittadini di paesi terzi ai mercati del lavoro europei nei settori prioritari, formando professionisti come l’esperto ambientale e il green designer
Il Clean Industrial Deal e l’industria europea
Il Clean Industrial Deal rappresenta un tentativo di risposta alle molteplici sfide che l’industria europea si trova ad affrontare in questa fase storica:
- Costi energetici elevati: Le aziende europee pagano prezzi dell’energia significativamente più alti rispetto ai loro concorrenti globali, soprattutto dopo la crisi energetica del 2022.
- Concorrenza globale aggressiva: La competizione con aziende cinesi e americane si è intensificata, con queste ultime che spesso beneficiano di sussidi governativi sostanziali.
- Transizione verde: La necessità di decarbonizzare richiede investimenti massicci e adattamenti dei processi produttivi, come l’efficientamento energetico aziendale.
- Dipendenza dalle materie prime critiche: L’Europa è fortemente dipendente dall’importazione di materiali essenziali per le tecnologie verdi.
Con il Clean Industrial Deal, la Commissione intende trasformare queste sfide in opportunità, facendo leva sui punti di forza dell’Europa: un mercato unico integrato, un’eccellente base di ricerca e innovazione, e una forte tradizione manifatturiera.
Impatti attesi e prospettive future
Il Clean Industrial Deal è stato accolto con reazioni miste. Da un lato, l’industria europea ha generalmente apprezzato l’attenzione alla competitività e la volontà di semplificare la normativa. Dall’altro, alcuni critici hanno sollevato dubbi sulla reale capacità del piano di mobilitare risorse adeguate e sulla mancanza di impegni finanziari specifici in alcuni settori.
Molti osservatori hanno anche notato che il Clean Industrial Deal sembra essere più una riformulazione e un coordinamento di iniziative già esistenti piuttosto che una strategia completamente nuova.
Per quanto riguarda le prospettive future, il successo del Clean Industrial Deal dipenderà da diversi fattori:
- Implementazione efficace: La capacità di tradurre le ambizioni in azioni concrete e misure efficaci sarà cruciale.
- Mobilitazione di investimenti privati: Oltre ai fondi pubblici, sarà essenziale attrarre investimenti privati significativi.
- Coordinamento tra Stati membri: Il supporto e la cooperazione tra i paesi dell’UE saranno fondamentali per il successo dell’iniziativa.
- Evoluzione del contesto geopolitico: Le tensioni commerciali globali e l’evoluzione delle politiche climatiche di altre potenze influenzeranno l’efficacia del piano.
Le sfide e le opportunità per l’industria europea
Il Clean Industrial Deal rappresenta un tentativo ambizioso di combinare gli obiettivi di sviluppo sostenibile dell’Unione Europea con la necessità di mantenere una base industriale forte e competitiva. Posizionando la decarbonizzazione non solo come un imperativo ambientale ma anche come un driver economico, la Commissione Europea punta a creare un nuovo modello di crescita sostenibile.
Sebbene sia ancora presto per valutarne l’efficacia, il Clean Industrial Deal segna indubbiamente un’evoluzione importante nella politica industriale europea, riconoscendo che la transizione verde e la competitività economica devono procedere di pari passo.
Per le imprese europee, questo piano offre sia sfide che opportunità. Le aziende che sapranno adattarsi rapidamente e innovare in direzione della sostenibilità aziendale potranno beneficiare di nuovi mercati, finanziamenti dedicati e un contesto normativo più favorevole, posizionandosi come leader nella nuova economia verde globale, con il supporto di professionisti come il sustainability manager e l’energy manager.