La perdita di biodiversità e il degrado degli ecosistemi rappresentano rischi sistemici per l’economia globale, con impatti potenzialmente devastanti su interi settori produttivi. La TNFD (Taskforce on Nature-related Financial Disclosures) nasce proprio per colmare il gap nella comprensione e rendicontazione dei rischi e delle opportunità legati alla natura, fornendo alle aziende un framework strutturato per integrare questi elementi nelle decisioni strategiche e finanziarie.
In un contesto dove la sostenibilità aziendale non può più limitarsi alla sola dimensione climatica, il TNFD rappresenta il complemento naturale di iniziative come la Science Based Targets Initiative, estendendo l’attenzione dal carbonio all’intero capitale naturale.
Che cos’è il TNFD
La Taskforce on Nature-related Financial Disclosures è un’iniziativa globale lanciata nel 2021 con l’obiettivo di sviluppare un framework di rendicontazione che permetta alle organizzazioni di valutare, gestire e comunicare i propri rischi e opportunità legati alla natura.
Le origini dell’iniziativa
Il TNFD si ispira direttamente al successo della Task Force on Climate-related Financial Disclosures (TCFD), che ha rivoluzionato il modo in cui le aziende comunicano i rischi climatici. Mentre il TCFD si concentra esclusivamente sul clima, il TNFD amplia la prospettiva includendo tutti gli aspetti della natura: biodiversità, ecosistemi, servizi ecosistemici e risorse naturali.
L’iniziativa è stata promossa da un gruppo di istituzioni finanziarie, organizzazioni multilaterali e attori del settore privato, consapevoli che il 55% del PIL globale dipende direttamente o indirettamente dalla natura e dai servizi ecosistemici. La perdita progressiva di questi asset naturali rappresenta quindi un rischio finanziario concreto che le aziende devono imparare a misurare e gestire.
Elemento
TCFD (Climate)
TNFD (Nature)
Focus
Rischi e opportunità legati al clima
Rischi e opportunità legati a natura e biodiversità
Dipendenze e impatti su ecosistemi, stato della biodiversità, pressioni sulla natura
Anno di lancio
2017 (raccomandazioni finali)
2023 (raccomandazioni finali v1.0)
Adozione
Obbligatoria in molte giurisdizioni
Volontaria, in fase di integrazione normativa
🔗 COMPLEMENTARIETÀ DEI FRAMEWORK
TCFD e TNFD sono framework complementari, non alternativi. Le aziende leader stanno adottando
entrambi per una disclosure completa che copre sia clima che biodiversità.
🌡️ TCFD
Focus su emissioni e transizione climatica
🌿 TNFD
Focus su ecosistemi e dipendenze naturali
💡 Trend 2025: L’integrazione TCFD+TNFD sta diventando best practice per reporting ESG completo,
soprattutto in settori ad alto impatto su natura (agrifood, estrattivo, manifatturiero).
Il framework TNFD nella strategia di sostenibilità
A differenza di approcci frammentari alla sostenibilità ambientale, il TNFD offre una metodologia integrata che collega direttamente la gestione del capitale naturale con le performance finanziarie aziendali. Questo allineamento è essenziale per garantire che le considerazioni sulla natura non rimangano confinate nei dipartimenti di sostenibilità, ma entrino nelle sale dei consigli di amministrazione e nelle decisioni di investimento.
Il framework si integra perfettamente con altri standard di rendicontazione, facilitando l’adozione da parte di aziende che già seguono i criteri ESG o che devono conformarsi alla Corporate Sustainability Reporting Directive.
Da chi è formata la Taskforce on Nature-related Financial Disclosures
La governance del TNFD riflette la natura multi-stakeholder dell’iniziativa, garantendo prospettive diverse e complementari nella definizione del framework.
La struttura organizzativa
Al vertice si trova la Taskforce vera e propria, composta da 40 membri senior provenienti da istituzioni finanziarie, aziende, fornitori di servizi di mercato e organizzazioni della società civile. Questa composizione equilibrata assicura che il framework sia contemporaneamente ambizioso dal punto di vista ambientale e praticabile dal punto di vista operativo.
I membri della Taskforce includono rappresentanti di grandi banche internazionali, fondi pensione, compagnie assicurative, multinazionali di diversi settori e organizzazioni non governative specializzate in conservazione. Questa diversità è fondamentale per sviluppare raccomandazioni che possano essere adottate da organizzazioni di diverse dimensioni e settori.
I gruppi di lavoro tecnico
A supporto della Taskforce operano diversi gruppi di lavoro che sviluppano gli aspetti metodologici specifici:
Il Technical Expert Group fornisce competenze scientifiche sulla valutazione degli impatti e delle dipendenze dalla natura. Questo gruppo include ecologi, scienziati ambientali e specialisti in valutazione del rischio che traducono le conoscenze scientifiche in metriche utilizzabili dalle aziende.
I sectoral working groups sviluppano guidance specifiche per settori particolarmente dipendenti o impattanti sulla natura, come agricoltura, pesca, estrazione mineraria, industria manifatturiera e servizi finanziari. Ogni settore presenta caratteristiche uniche che richiedono approcci calibrati.
Le organizzazioni fondatrici e partner
Il TNFD è stato avviato con il supporto di organizzazioni che rappresentano l’intersezione tra finanza, business e conservazione. Tra i partner chiave figurano il UN Development Programme (UNDP), il UN Environment Programme Finance Initiative (UNEP FI), Global Canopy e il WWF.
Queste organizzazioni portano expertise complementari: dalle competenze in sviluppo sostenibile del sistema ONU, alle conoscenze tecniche sulla finanza sostenibile e investimenti ESG, fino all’esperienza nella conservazione degli ecosistemi delle organizzazioni ambientaliste.
Come funziona il framework TNFD
Il framework TNFD si articola in raccomandazioni strutturate che seguono la stessa logica dei quattro pillar del TCFD, adattati però alle specificità della natura.
I quattro pillar della disclosure
Governance: le aziende devono descrivere come i consigli di amministrazione e il management supervisionano i rischi e le opportunità legati alla natura. Questo include il ruolo del sustainability manager e del Chief Sustainability Officer nella gestione di questi temi.
Strategy: le organizzazioni devono identificare e valutare gli impatti materiali della natura sulle proprie attività, sulla strategia e sulla pianificazione finanziaria. Questo pillar richiede un’analisi di materialità specifica che consideri dipendenze, impatti, rischi e opportunità legati alla natura.
Risk and Impact Management: le aziende devono spiegare come identificano, valutano e gestiscono i rischi e gli impatti legati alla natura. Questo processo è analogo a quanto richiesto per la valutazione impatto ambientale, ma con un focus più ampio sull’intero capitale naturale.
Metrics and Targets: le organizzazioni devono rendicontare le metriche e i target utilizzati per valutare e gestire i rischi e le opportunità rilevanti legati alla natura. A differenza delle emissioni GHG dove esistono metriche consolidate, per la natura il framework propone diverse opzioni che le aziende possono selezionare in base al proprio contesto.
L’approccio LEAP
Una delle innovazioni principali del TNFD è il processo LEAP (Locate, Evaluate, Assess, Prepare), che guida le aziende attraverso un percorso strutturato di valutazione.
Locate (localizzare): le aziende identificano dove interagiscono con la natura attraverso le proprie operazioni dirette, catene di approvvigionamento e portafogli di investimento. Questo significa mappare le location fisiche delle attività e sovrapporle con dati sulla biodiversità e sugli ecosistemi.
Evaluate (valutare): si identificano e valutano le dipendenze e gli impatti sulla natura nelle location prioritarie. Una compagnia agricola, ad esempio, dipende fortemente da servizi ecosistemici come l’impollinazione e la fertilità del suolo, mentre allo stesso tempo impatta su habitat e risorse idriche.
Assess (valutare): si traducono dipendenze e impatti in rischi e opportunità materiali per l’organizzazione. Un’azienda che dipende da risorse idriche in aree soggette a siccità affronta rischi operativi diretti che devono essere quantificati.
Prepare (preparare): si sviluppano strategie di risposta, si allocano risorse e si prepara la disclosure pubblica. Questo include l’integrazione della natura nel piano di sostenibilità aziendale e nei sistemi di rendicontazione di sostenibilità.
Obiettivi del TNFD
La Taskforce on Nature-related Financial Disclosures si pone obiettivi ambiziosi che vanno oltre la semplice rendicontazione, puntando a trasformare il modo in cui le organizzazioni relazionano con il capitale naturale.
Reindirizzare i flussi finanziari
L’obiettivo primario è orientare i flussi di capitale privato verso attività che proteggono e ripristinano la natura, allontanandoli da quelle che la degradano. Attraverso una maggiore trasparenza sui rischi naturali, il TNFD intende permettere a investitori e istituti finanziari di prendere decisioni più informate, analogamente a quanto avviene con la finanza sostenibile per il clima.
Questo reindirizzamento è cruciale per mobilitare le risorse necessarie a raggiungere gli obiettivi del Global Biodiversity Framework adottato alla COP15 sulla biodiversità, che richiede investimenti annuali di centinaia di miliardi di dollari per fermare e invertire la perdita di natura.
Integrazione con gli standard globali
Il TNFD mira a creare un linguaggio comune per la rendicontazione nature-related che sia compatibile con i principali framework esistenti. L’allineamento con gli European Sustainability Reporting Standards, gli standard GRI e gli standard IFRS di sostenibilità facilita l’adozione da parte delle aziende che già seguono questi standard.
La compatibilità con la doppia materialità richiesta dalla normativa europea è particolarmente rilevante, poiché il TNFD considera sia gli impatti dell’azienda sulla natura (inside-out) che i rischi della natura per l’azienda (outside-in).
Prevenzione del nature-washing
Analogamente a quanto accade con il greenwashing e il greenhushing, esiste il rischio che le aziende facciano dichiarazioni infondate sulla propria positività verso la natura. Il framework TNFD, con le sue richieste di disclosure dettagliate e verificabili, mira a prevenire questo fenomeno, in linea con quanto previsto dalla direttiva greenwashingeuropea.
Le raccomandazioni includono guidance specifiche per evitare affermazioni vaghe come “nature-positive” senza evidenze concrete e metriche misurabili a supporto.
TNFD e la strategia aziendale integrata
L’adozione del framework TNFD non è solo un esercizio di rendicontazione, ma richiede un ripensamento profondo della strategia aziendale per integrare veramente le considerazioni sulla natura.
Collegamenti con la transizione ecologica
Il TNFD si inserisce nel più ampio percorso di transizione ecologica che le aziende devono affrontare. La perdita di natura e i cambiamenti climatici sono profondamente interconnessi: il disboscamento contribuisce alle emissioni mentre riduce la capacità degli ecosistemi di assorbire carbonio; le ondate di calore e i fenomeni meteorologici estremi legati al clima impattano direttamente sugli ecosistemi.
Una strategia efficace deve quindi integrare obiettivi climatici, come quelli definiti con SBTi, con obiettivi nature-positive che considerino l’intera dimensione ecologica della sostenibilità.
Settori ad alto impatto e dipendenza
Alcuni settori sono chiamati ad agire con particolare urgenza. L’agricoltura sostenibile deve confrontarsi con la propria dipendenza da servizi ecosistemici e il proprio impatto su biodiversità e risorse idriche. Il settore energetico, nella transizione verso le energie rinnovabili, deve valutare gli impatti sulla natura di nuove infrastrutture come parchi eolici o solari.
Anche settori apparentemente meno impattanti scoprono dipendenze significative dalla natura quando applicano il processo LEAP. Un’azienda tecnologica, ad esempio, dipende da terre rare e grafite la cui estrazione ha impatti significativi sugli ecosistemi locali.
Competenze necessarie per l’implementazione
L’adozione del TNFD richiede competenze multidisciplinari che vanno oltre quelle tradizionalmente presenti nei team di sostenibilità. Servono sustainability consultant con conoscenze di ecologia e biodiversità, esperti ambientali capaci di condurre valutazioni degli ecosistemi, e professionisti che conoscano sia le metodologie di risk assessment finanziario che le scienze naturali.
Molte aziende stanno investendo in corsi di formazione sostenibilità specifici per costruire queste competenze internamente, particolarmente importante per le PMI che potrebbero non avere accesso immediato a consulenza specializzata esterna.
Prospettive future e integrazione normativa
Il TNFD è destinato a diventare sempre più rilevante man mano che la natura entra nell’agenda normativa globale. La Corporate Sustainability Due Diligence Directive europea già richiede alle aziende di valutare e mitigare gli impatti negativi lungo le catene del valore, inclusi quelli sulla biodiversità.
L’integrazione del TNFD nei bilanci di sostenibilità diventerà probabilmente obbligatoria per molte aziende nei prossimi anni, analogamente a quanto sta accadendo per la rendicontazione climatica. Le organizzazioni che adottano volontariamente il framework oggi si posizionano in vantaggio rispetto ai futuri obblighi normativi.
La Taskforce on Nature-related Financial Disclosures rappresenta quindi un’opportunità per le aziende di anticipare le tendenze, proteggere il proprio business dai rischi naturali e contribuire concretamente alla tutela degli ecosistemi da cui tutti dipendiamo. In un mondo dove metà del PIL globale dipende dalla natura, ignorare questi rischi non è più un’opzione praticabile per nessuna organizzazione responsabile.