Skip to content

Corporate Sustainability Due Diligence Directive: cos’è e perché è obbligatoria

La Corporate Sustainability Due Diligence Directive (CSDDD), nota anche come CS3D o Direttiva sulla Due Diligence di sostenibilità delle Imprese, rappresenta uno dei più recenti e significativi strumenti normativi introdotti dall’Unione Europea per promuovere una condotta aziendale responsabile.

Approvata nel 2024, questa direttiva si inserisce nel quadro più ampio delle politiche europee volte a integrare la sostenibilità nelle strategie aziendali e a garantire il rispetto dei diritti umani e dell’ambiente lungo l’intera catena del valore.

Che cos’è la Corporate sustainability due diligence directive?

La CSDDD è una normativa europea che impone alle imprese di grandi dimensioni l’obbligo di identificare, prevenire, mitigare e rendere conto degli impatti negativi delle loro attività sui diritti umani e sull’ambiente. A differenza di altre iniziative di sostenibilità volontarie, questa direttiva introduce obblighi legalmente vincolanti per garantire che le aziende prendano sul serio le loro responsabilità ambientali e sociali.

Il cuore della direttiva è il concetto di “due diligence“, un processo che le aziende devono implementare per individuare e gestire sistematicamente i rischi legati alla sostenibilità nelle loro operazioni e catene di fornitura. Questo processo non si limita alle attività dirette dell’impresa, ma si estende a tutte le relazioni commerciali consolidate, comprendendo fornitori, subappaltatori e altre entità con cui l’azienda collabora.

La direttiva richiede alle aziende di:

  1. Integrare la due diligence nelle loro politiche aziendali
  2. Identificare gli impatti negativi reali o potenziali sui diritti umani e sull’ambiente
  3. Prevenire o mitigare gli impatti negativi potenziali
  4. Porre fine o minimizzare gli impatti negativi effettivi
  5. Stabilire e mantenere un sistema di reclami
  6. Monitorare l’efficacia delle misure adottate
  7. Comunicare pubblicamente sulle questioni di due diligence

Per chi si applica la CSDDD?

La CSDDD ha un ambito di applicazione precisamente definito, che mira a coinvolgere le aziende di dimensioni significative capaci di esercitare una reale influenza sulle catene del valore globali. La direttiva si applica a due principali categorie di imprese:

  1. Grandi imprese UE:
    • Aziende con più di 500 dipendenti e un fatturato netto mondiale superiore a 150 milioni di euro
    • Aziende con più di 250 dipendenti e un fatturato netto mondiale superiore a 40 milioni di euro, se almeno il 50% di tale fatturato è generato in settori ad alto impatto (come tessile, agricoltura, estrazione di risorse minerarie, fabbricazione di prodotti alimentari)
  2. Imprese non-UE con attività significative nell’Unione Europea:
    • Aziende con un fatturato netto generato nell’UE superiore a 150 milioni di euro
    • Aziende con un fatturato netto generato nell’UE superiore a 40 milioni di euro, se almeno il 50% del fatturato mondiale è generato in settori ad alto impatto

È importante notare che la direttiva prevede un’implementazione graduale, con obblighi che entrano in vigore prima per le aziende più grandi e successivamente per quelle di dimensioni inferiori, consentendo un adeguamento progressivo ai nuovi requisiti.

Le piccole e medie imprese (PMI) non rientrano direttamente nell’ambito di applicazione della direttiva. Tuttavia, potrebbero essere indirettamente coinvolte se fanno parte della catena del valore di aziende più grandi soggette alla CSDDD. Per supportare le PMI in questo processo, la direttiva prevede misure di accompagnamento e supporto tecnico.

Che differenza c’è Tra CSRD e CSDDD?

La Corporate Sustainability Reporting Directive (CSRD) e la Corporate Sustainability Due Diligence Directive (CSDDD) sono due strumenti normativi complementari che affrontano aspetti diversi della sostenibilità aziendale. Comprendere le differenze tra questi due regolamenti è fondamentale per le aziende che devono conformarsi a entrambi.

Focus e Obiettivi

CSRD: Si concentra principalmente sulla divulgazione e trasparenza delle informazioni. L’obiettivo principale è garantire che le aziende forniscano informazioni complete, accurate e comparabili sulle loro performance di sostenibilità, per permettere a investitori e altri stakeholder di prendere decisioni informate.

CSDDD: Si focalizza invece sull’azione e sulla responsabilità. L’obiettivo è assicurare che le aziende adottino misure concrete per prevenire e mitigare gli impatti negativi delle loro attività sui diritti umani e sull’ambiente.

Contenuto e Adempimenti

CSRD: Richiede alle aziende di rendicontare su un ampio spettro di questioni di sostenibilità attraverso gli European Sustainability Reporting Standards (ESRS). Questo include la divulgazione di informazioni su aspetti ambientali, sociali e di governance, strategie, obiettivi, politiche e impatti.

CSDDD: Impone alle aziende di implementare un processo di due diligence che includa l’identificazione, la prevenzione e la mitigazione degli impatti negativi sui diritti umani e sull’ambiente lungo tutta la catena del valore. Include inoltre l’obbligo di adottare piani di transizione climatica allineati agli accordi di Parigi.

Ambito di Applicazione

CSRD: Si applica a tutte le grandi aziende UE, alle piccole e medie imprese quotate (con alcune esenzioni temporanee) e alle filiali di grandi gruppi non-UE con attività significative nell’Unione Europea.

CSDDD: Si applica principalmente alle grandi imprese UE e non-UE con fatturato significativo nell’UE, con soglie più elevate rispetto alla CSRD, specialmente concentrandosi su aziende di dimensioni molto grandi o operanti in settori ad alto impatto.

Tempistiche

CSRD: L’implementazione è iniziata nel 2024 per le aziende già soggette alla precedente Non-Financial Reporting Directive, con un’estensione graduale fino al 2028 per tutti i soggetti inclusi nell’ambito.

CSDDD: Entrerà in vigore progressivamente, con tempistiche diverse in base alle dimensioni delle aziende, generalmente a partire dai 2-3 anni successivi all’approvazione finale della direttiva.

In sintesi

Mentre la CSRD risponde alla domanda “cosa dovrebbe essere divulgato” in termini di sostenibilità, la CSDDD risponde alla domanda “cosa dovrebbe essere fatto” per garantire pratiche aziendali sostenibili e rispettose dei diritti umani. Insieme, questi due regolamenti creano un quadro completo che abbraccia sia la trasparenza che l’azione concreta.

Perché la CSDDD è obbligatoria?

L’Unione Europea ha reso obbligatoria la CSDDD per diverse ragioni fondamentali, tutte legate alla necessità di affrontare sfide globali urgenti:

1. Affrontare le Sfide Sistemiche

I problemi legati ai diritti umani e alla sostenibilità ambientale sono di natura sistemica e richiedono interventi coordinati a livello normativo. Gli approcci volontari, sebbene importanti, si sono dimostrati insufficienti per generare il cambiamento necessario nella scala e nei tempi richiesti.

2. Creare condizioni di parità

La CSDDD mira a creare un “level playing field” per tutte le aziende che operano nel mercato europeo. Senza obblighi vincolanti, le aziende che investono volontariamente in pratiche sostenibili potrebbero trovarsi in svantaggio competitivo rispetto a quelle che non lo fanno, creando un disincentivo all’azione responsabile.

3. Allineamento con gli Impegni Internazionali

La direttiva aiuta l’UE e le sue aziende a rispettare impegni internazionali come gli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile delle Nazioni Unite, i Principi Guida ONU su Imprese e Diritti Umani, e l’Accordo di Parigi sul clima. Rende questi impegni concretamente operativi nel contesto aziendale.

4. Rispondere alle aspettative degli stakeholder

Consumatori, investitori e società civile chiedono sempre più che le aziende dimostrino responsabilità non solo per le loro operazioni dirette, ma per l’intera catena del valore. La CSDDD fornisce un quadro giuridico che risponde a queste crescenti aspettative.

5. Gestione del rischio e competitività a lungo termine

L’identificazione proattiva e la gestione dei rischi legati alla sostenibilità proteggono le aziende da potenziali problemi futuri, inclusi rischi legali, reputazionali e operativi. Questo contribuisce alla loro resilienza e competitività a lungo termine.

L’Impatto della CSDDD sulle aziende

L’introduzione della CSDDD avrà implicazioni significative per le aziende che rientrano nel suo ambito di applicazione:

Cambiamenti organizzativi e procedurali

Le aziende dovranno integrare processi di due diligence nei loro sistemi di gestione, che potrebbero richiedere la creazione di nuovi ruoli e responsabilità, la formazione del personale, e lo sviluppo di nuovi sistemi di monitoraggio e reporting.

Mappatura e gestione della catena del valore

Sarà necessario identificare e mappare l’intera catena del valore, valutando i rischi relativi ai diritti umani e all’ambiente. Questo potrebbe comportare la revisione e rinegoziazione di contratti con fornitori e partner commerciali.

Piani di transizione climatica

Le aziende dovranno sviluppare e implementare piani per allineare le loro attività con la limitazione del riscaldamento globale a 1,5°C, in linea con l’Accordo di Parigi.

Questo potrebbe implicare investimenti significativi in tecnologie a basse emissioni e modifiche ai modelli di business esistenti.

Possibili costi iniziali e benefici a lungo termine

Sebbene l’implementazione della CSDDD possa comportare costi iniziali significativi, soprattutto per le aziende che non hanno ancora sistemi di due diligence ben sviluppati, i benefici a lungo termine includono una maggiore resilienza, migliori relazioni con gli stakeholder, e un potenziale vantaggio competitivo in un’economia sempre più orientata alla sostenibilità.

Tempistiche di implementazione e prossimi passi

La CSDDD entrerà in vigore gradualmente, con un programma di implementazione progettato per dare alle aziende il tempo di adattarsi ai nuovi requisiti:

  • Aziende con oltre 5.000 dipendenti e più di 1,5 miliardi di euro di fatturato mondiale: Obbligo di conformità a partire da 3 anni dopo l’entrata in vigore della direttiva
  • Aziende con più di 3.000 dipendenti e oltre 900 milioni di euro di fatturato mondiale: Obbligo di conformità a partire da 4 anni dopo l’entrata in vigore
  • Altre aziende rientranti nell’ambito di applicazione: Obbligo di conformità a partire da 5 anni dopo l’entrata in vigore

Le aziende dovrebbero iniziare a prepararsi il prima possibile, anche prima dell’entrata in vigore degli obblighi formali. I passaggi chiave includono:

  1. Condurre una valutazione iniziale dell’esposizione e della preparazione dell’azienda
  2. Sviluppare o rafforzare le politiche e i processi di due diligence
  3. Investire in formazione e sensibilizzazione del personale
  4. Iniziare a mappare la catena del valore e identificare aree di rischio
  5. Avviare il dialogo con fornitori e partner commerciali
  6. Sviluppare sistemi per il monitoraggio continuo e la rendicontazione di sostenibilità

Un cambio di paradigma

La Corporate Sustainability Due Diligence Directive rappresenta un cambiamento paradigmatico nel modo in cui le aziende affrontano le questioni relative ai diritti umani e all’ambiente. Passando da approcci volontari a obblighi giuridicamente vincolanti, l’UE sta inviando un chiaro segnale che la sostenibilità non è più solo una questione di responsabilità sociale aziendale, ma un elemento essenziale nella governance e nella strategia d’impresa.

Sebbene la conformità alla CSDDD possa rappresentare una sfida significativa, soprattutto nelle fasi iniziali, offre anche importanti opportunità. Le aziende che abbracciano proattivamente questi requisiti non solo eviteranno rischi legali e reputazionali, ma potranno anche posizionarsi come leader nella transizione verso un’economia più sostenibile e rispettosa dei diritti umani.

In un contesto globale in cui le questioni di sostenibilità stanno assumendo un’importanza sempre maggiore, la CSDDD fornisce un quadro strutturato che può guidare le aziende verso pratiche più responsabili, contribuendo al contempo agli obiettivi più ampi dell’UE di promuovere uno sviluppo economico che rispetti i limiti planetari e i diritti fondamentali delle persone. Questo allineamento con gli obiettivi dell’European Green Deal sottolinea ulteriormente l’importanza strategica di questa direttiva nel panorama normativo europeo sulla sostenibilità.